Parlando alla convention del Partito Repubblicano dello stato della Georgia a Columbus, in Georgia, sabato scorso, Donald Trump ha lanciato una violenta arringa contro il procuratore Jack Smith, l'uomo che supervisiona l'indagine contro di lui nel processo in corso a Miami. «L'ho visto ieri salire e parlare per circa due minuti e mezzo. Tremava. Era così spaventato. Non voleva essere lì. Perché alla fine, questi sono codardi. Sono codardi».

Probabilmente e difficile che Smith si faccia influenzare dagli epiteti, in uno dei casi piu importanti della storia giudiziaria degli Stati Uniti. E poi il procuratore ha una biografia di tutto rispetto che lo ha portato alla corte penale dell'Aja dove indagava sui crimini di guerra in Kosovo. La sua nomina è stata voluta dal Dipartimento di giustizia perché Smith è considerato indipendente, in questa maniera si tenta di togliere a Trump la possibilità di additarlo come motivato dall'odio politico. Qualche riserva sul suo operato è comunque ancora possibile, ad esempio, se si analizza l'attività della moglie che risulta essere una grande sostenitrice del partito Democratico e autrice di un libro agiografico su Michelle Obama.

A Smith dunque è stata affidata l'inchiesta sui documenti classificati portati via dalla Casa Bianca quando l'ex presidente ha lasciato l'incarico nel 2020. Come è noto diverse scatole con file riservati sono state ritrovate nella residenza del tycoon a Mar- a- Lago in numerosi luoghi della casa, la doccia, la camera da letto, e ripostigli vari.

Un caso complicatissimo che non poteva che essere portato avanti da un procuratore con una solidissima carriera. Smith si è laureato alla State University di New York a Oneonta, e poco dopo aver terminato la Harvard Law School è stato assunto nell'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan e poi nell'ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Brooklyn. Si è fatto strada nel Dipartimento di Giustizia per guidare infine l'unità di integrità pubblica che gestisce casi contro funzionari pubblici accusati di corruzione. In quella posizione, che ha ricoperto dal 2010 al 2015, ha supervisionato le inchieste contro il senatore democratico Robert Menendez del New Jersey, l'ex governatore repubblicano della Virginia Robert McDonnell e l'ex membro del Congresso Rick Renzi dell'Arizona.

Si è trasferito nell'ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Nashville nel 2015 per breve tempo prima di lasciare per lavorare come vicepresidente del contenzioso presso la Private Hospital Corporation of America. Nel 2018, come detto, ha accettato di rappresentare l'accusa contro criminali di guerra internazionali.

Il procuratore ha fama di essere molto veloce nel portare avanti i procedimenti, una dote che dovrà mettere in pratica se vorrà riuscire a sanzionare l'ex presidente. Anche il processo penale federale più rapido, infatti, può trascinarsi, e Trump, che ha trascorso decenni a bloccare le sue numerose controversie legali, potrebbe cercare di procrastinare il verdetto oltre il giorno delle elezioni il 5 novembre 2024. Un lungo processo in un caso federale di alto profilo è esattamente ciò che Attorney general Garland non vuole, con l'integrità del sistema giudiziario degli Stati Uniti e l'esito di un'elezione presidenziale, in bilico.

Smith non avrà davanti solo l'agguerrita pattuglia dei legali dell'ex presidente, la sua avversaria sarà principalmente Aileen M. Cannon. Il giudice al quale è stato assegnato il caso è stata nominata dallo stesso Trump. L'operato di Cannon,, è stato già stigmatizzato da un tribunale superiore per essere intervenuta in modo inappropriato sul mandato di perquisizione di Mar- a- Lago che faceva parte dell'indagine di Smith.