Si chiamava Egidio Benedetto, 63 anni, l’operaio dell’Eni morto mentre operava nella cabina di comando della gru sulla piattaforma “Barbara F”, che alle 7.45 di ieri a avuto, molto probabilmente, un cedimento strutturale ed è precipitata in mare. Ne dà notizia l'Eni, esprimendo "grande dolore" e "profondo cordoglio alla famiglia del collega". La cabina di comando della gru, con all’interno il corpo del suo operatore, è stata individuata intorno alle 13.15, grazie alle immagini provenienti da un sottomarino a controllo remoto ( Rov). La procura di Ancona aprirà un fascicolo ipotizzando i reati di omicidio colposo e lesioni colpose, procedendo al momento contro ignoti. Nell’incidente sono rimasti feriti due operai di una ditta esterna, la “Bambini Spa” di Ravenna, un 52enne di Catania e un 47enne di Mola di Bari.

Il corpo dell'operaio è stato recuperato all’alba di oggi, poco prima delle 5, e trasferita a bordo della motovedetta CP 861 della Guardia Costiera. La motovedetta ha poi raggiunto gli ormeggi nel porto di Ancona, dove è stata sottoposta al medico legale, come disposto dall'autorità giudiziaria. Per tutta la giornata sono proseguite le operazioni di recupero della cabina della gru, rimasta sul fondo a circa 70 metri di profondità e della parte rimanente del braccio del mezzo ancora vincolata allo scafo del Supply Vessel Alinn B, per permetterne l’ispezione da parte dei tecnici incaricati di definire le dinamiche dell’accaduto. In una nota,  Eni ha fatto sapere che l’operatore rimasto ferito in modo più grave è stato sottoposto ieri a un intervento chirurgico dall’esito positivo, mentre proseguono gli approfondimenti da parte della società per individuare le cause dell’accaduto. Secondo i primi rilievi, la gru oggetto dell’incidente era stata revisionata secondo normativa il 23 agosto scorso e al momento dell’incidente il carico della gru, un serbatoio vuoto, era di 6.5 tonnellate a fronte di una capacità massima consentita di 18 tonnellate.