«In Europa non capite che qui siamo diventati un paese vecchio, dove non c'è più sicurezza sul futuro, c'è poco lavoro, le autostrade sono ancora quelle di quaranta anni fa?» sospira il mio vicino in un pub di Hannover Street, quartiere dell'East Boston (terra storicamente democratica) ieri pieno di italiani e oggi meta "cult" di vegani, ristoranti etnici, succhi "bio" e centri tattoo. È qui - come in tutta l'America- che ogni sera la gente va al proprio club. Può essere sportiva, etnica, di lingua, di abitudini sessuali divergenti. «Gli americani non hanno più una loro matrice comune, un sogno condiviso, un leader a cui guardare» è il lamento collettivo.Il braccio di ferro tra la Clinton e Trump si gioca quindi al ribasso, al "meno peggio" e se solo il 53% dei repubblicani dice di sostenere Trump addirittura la Clinton è approvata soltanto dal 47% dei democratici: la disaffezione elettorale è sempre più evidente. C'è poi la rivoluzione interna ai due schieramenti: i neri inseriti nella classe benestante ora votano repubblicano, gli immigrati invece democratico, sperando in maggiori diritti civili ma che invece la loro seconda generazione teme perchè ? raggiunta una sua nicchia di stabilità ? non vuole concorrenza di nuovi intrusi.La famosa proposta di Trump di costruire un muro al confine con il Messico fa storcere il naso ai benpensanti, ma trova sponda nella "pancia" della gente e se i giovani sembrano più per Hillary in molti però non voteranno, mentre anziani e pensionati sono per Trump che assicura "legge ed ordine".«Trump è uno che si è fatto da solo, che ha due p? così, adesso gli rompono le scatole per qualche donnina, ma meglio loro che quella massa di gay che vota la Clinton, che probabilmente è una di loro?» Sciolto il primo istante di autocontrollo al pub si va giù sul pesante e sul becero («fuck all! »), ma è tutta l'America che lo fa dopo 18 mesi di accuse e contraccuse, di mail intercettate (o intercettabili) e spogliarelliste alla ricerca di dollari e pubblicità. Alla fine dei diversi programmi elettorali resta poco e si voterà prima di tutto "contro" l'avversario. Ma i neri poveri voteranno davvero Clinton? Chissà, dopo che Obama non ha portato a cambiamenti importanti nella società americana forse molti di loro resteranno a casa. Saranno piuttosto gli ispanici a votare Hillary e a fare la differenza, ma questo acuisce ancora di più la differenza e la diffidenza tra i due elettorati.Obama non ha avuto lo spessore di uno statista tanto che anche la massiccia presenza della first lady Michelle Obama di fianco a Hillary scatena polemiche (e battutacce) con qualche irritazione anche tra i sostenitori bianchi della Clinton che due anni fa hanno pagato lo scotto nelle elezioni di medio termine con una grave sconfitta democratica.«Votare Clinton è prudenza perché l'altro è matto, ma la Clinton è il potere, questa gestione del potere che proprio non piace», mi dicono. Allora cresce il voto di protesta, dell'antipolitica, oppure semplicemente la gente non voterà «Tanto l'uno o l'altra uguali sono: dei ricchi che si possono permettere i costi di una campagna, sostenuti da altri ricchi che sperano di guadagnarci anche loro». Sono frasi da pub, vivaci ma in fondo simili a quelle dei commenti in TV dove Hilary non è amata ma è difesa e conquisterà così (forse) la maggioranza del voto femminile, degli ispanici, dei neri, del mondo gay in questi Stati Uniti sempre più eterogenei e divisi su tutte le questioni etiche di fondo.Trump ha scelto la carta del "chissenefrega" e dello spacca mondo, sperando di portare alle urne gli indecisi per un voto di protesta: «Non è un demonio e le cose che dice purtroppo sono vere e le dice in modo chiaro, netto, senza ipocrisie: a noi piace» suggerisce l'altro vicino di tavolo, dando avvio ad una discussione animata visto che la Cod Beer non è esattamente acqua.Alla fine trecento milioni di americani si ritroveranno martedì divisi per lingua, questioni sessuali, religione, colore della pelle, provenienza. Conteranno più quasi dieci milioni di autisti e camionisti e le "tute blu" che si schierano con Trump o i ragionamenti televisivi di forbiti commentatori che guadagnano cento volte ciascuno di loro? I pronostici dicono ancora Clinton, ma improvvisamente l'America si chiede cosa succederà se voteranno alcuni milioni di americani che a votare non ci sono mai andati. Staremo a vedere, certo rischia di essere una lunga notte?.