Il 2020 segnerà, secondo il WWF, la soglia che potrebbe avvicinare il nostro pianeta alla «sesta era di estinzione di massa». Dal 1970 ad oggi, circa il 58% della biodiversità della fauna terrestre è scomparsa e nel 2020 saranno i due terzi complessivi. Pesci, specialmente d'acqua dolce, mammiferi, rettili e uccelli, non sembra salvarsi nessuno. I numeri che mostra l'ultimo Living Planet Index pubblicato dal WWF monitorando 3706 specie, parlano di un'estinzione che viaggia a ritmi serrati: circa il 2% delle specie ogni anno. «È l'impatto dell'uomo», ammonisce Martin Taylor, scienziato del WWF, «ci sono state cinque grandi ere di estinzione di massa, questa che stiamo vivendo è la sesta».Qualche giorno fa l'Organizzazione metereologica mondiale aveva lanciato l'allarme: viviamo già una nuova era climatica in quanto per la prima volta da 5milioni di anni a questa parte, si è raggiunto un punto di non ritorno riguardo la presenza di anidride carbonica nell'atmosfera. Il riscaldamento causato dall'uomo, la perdita di vegetazione che assorbe l'anidride carbonica, el Niño, un fenomeno climatico che comporta un notevole riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico e che ciclicamente ritorna ogni cinque o sette anni. Questi fattori hanno fatto sì che nel 2015 si sia superata la soglia critica delle 400 parti per milione di CO2 nell'aria. Secondo i metereologi questo limite non si abbasserà per generazioni.Ma il riscaldamento globale per ora non è il colpevole dell'estinzione della biodiversità, anche se, nei prossimi anni, potrebbe diventarne il protagonista assoluto. Per adesso, spiega il WWF, le cause delle estinzioni sono soprattutto altre. Prima fra tutte è il degrado degli habitat selvaggi dovuto all'avanzamento dell'agricoltura, l'urbanizzazione, la distruzione delle foreste, l'estrazione mineraria, la costruzione di infrastrutture, la produzione di energia. Ad esse si possono aggiungere la caccia, la pesca, il bracconaggio, l'inquinamento.Great Elephants Census, finanziato in gran parte dal co-fondatore di Microsoft Paul Allen, è il più grande censimento della fauna selvatica della storia. Scienziati e biologi hanno sorvolato l'Africa subsahariana per due anni, tre ore al giorno, coprendo una distanza che equivarrebbe a raggiungere la luna. Osservando dall'alto 18 paesi, gli esperti hanno scoperto che gli elefanti di quasi tutta l'Africa sub-sahariana sono il 30% in meno di quelli presenti nelle stesse zone fra il 2007 e il 2014. L'habitat degli elefanti si è ridotto in trent'anni dai 3 milioni di miglia al milione scarso.Ultima curiosità per gli instancabili ottimisti: il panda gigante è passato da specie a rischio di estinzione a specie vulnerabile grazie alla riforestazione in Cina. Oggi, secondo il Iucn, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, si contano 1864 esemplari in libertà. Chi ci assicura che non abbiano contato due volte lo stesso panda? Nessuno, per ora.