Niente di nuovo sotto il cielo del Vaticano. Ma alcune delle posizioni già note sui temi etici, come il fine vita e la maternità surrogata, ora si tramutano in “condanna definitiva” nella dichiarazione “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede. Con la quale si presenta un elenco «non esaustivo» di violazioni della dignità umana che includono anche questioni sociali. 

Il documento presentato oggi dal cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, e già approvato dal Pontefice, ha richiesto cinque anni di lavoro e include il magistero papale dell’ultimo decennio: dalla guerra alla povertà, dalla violenza sui migranti a quella sulle donne, definita «uno scandalo globale», dall’aborto alla gestazione per altri (Gpa), dall’eutanasia alla “teoria del gender”, fino alla violenza digitale.

Principi generali

Partendo dal significativo titolo del documento, l’articolata dichiarazione mette nero su bianco l’elenco di «alcune gravi violazioni della dignità umana: tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario»; ma anche «tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche». E «tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili». Nel documento viene citata anche la pena di morte, che «viola la dignità inalienabile di ogni persona umana al di là di ogni circostanza».

Cambio di sesso e “teoria del gender”

Dopo la recente apertura di Papa Francesco sulle benedizioni alle coppie omosessuali, che aveva provocato una levata di scudi da parte dei vescovi africani, la Chiesa ribadisce che nei confronti delle persone omosessuali va evitato «ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza», denunciando «come contrario alla dignità umana» il fatto che in alcuni luoghi persone «vengano incarcerate, torturate e perfino private del bene della vita unicamente per il proprio orientamento sessuale». Ma al contempo critica la teoria del gender, «che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali», perché «vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale». La Chiesa ricorda che la «vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender... non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio».

Resta dunque negativo il giudizio del Vaticano sul cambio di sesso, che «di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento» anche se «questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso».

Maternità surrogata

Netto il giudizio sulla Gpa, che Bergoglio aveva già definito una pratica «deprecabile». Proprio al Pontefice è rivolto l’appello di un gruppo di figli nati da maternità surrogata, che insieme all’Associazione Coscioni e Famiglie Arcobaleno porta avanti la battaglia contro la proposta di legge già approvata alla Camera che vuole rendere la Gpa reato universale. Obiettivo al quale ora si allinea anche la Santa Sede. «La Chiesa, - si legge nel documento dell’ex Sant’Uffizio - prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto». Nel testo si riprendono le parole di Papa Francesco «di una chiarezza unica»: «La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».

Aborto e fine vita

Ribadendo la propria contrarietà all’aborto, la Chiesa cita Giovanni Paolo II e ricorda che «la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale. Proprio l’affermazione di una tale dignità è il presupposto irrinunciabile per la tutela di un’esistenza personale e sociale, e anche la condizione necessaria perché la fraternità e l’amicizia sociale possano realizzarsi tra tutti i popoli della terra».
Nell’elenco di violazioni della dignità umana, viene poi citata l’eutanasia e il suicidio assistito, e lo «scarto» delle persone diversamente abili. «Esiste un caso particolare di violazione della dignità umana, che è più silenzioso ma che sta guadagnando molto terreno – si legge nel documento -. Presenta la peculiarità di utilizzare un concetto errato di dignità umana per rivolgerlo contro la vita stessa. Tale confusione, molto comune oggi, viene alla luce quando si parla di eutanasia. Aiutare il suicida a togliersi la vita è, pertanto, un’oggettiva offesa contro la dignità della persona che lo chiede, anche se si compisse così un suo desiderio: dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio».

Il Vaticano ricorda che «va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti. Come già accennato, la dignità di ognuno, per quanto debole o sofferente, implica la dignità di tutti». Si parla quindi dell’importanza delle cure palliative e dell’evitare «ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato».

Violenza digitale

Tra le violazioni della dignità umana figura anche la violenza digitale, alla quale è dedicato un passaggio. «Il progresso delle tecnologie digitali - prosegue il documento -, che pure offrono molte possibilità per promuovere la dignità umana, inclina sempre più alla creazione di un mondo in cui crescono lo sfruttamento, l’esclusione e la violenza, che possono arrivare a ledere la dignità della persona umana. Si pensi a come sia facile, tramite questi mezzi, mettere in pericolo la buona fama di chiunque con notizie false e con calunnie».

Su questo punto Papa Francesco sottolinea che «non è sano confondere la comunicazione con il semplice contatto virtuale». Infatti, «l’ambiente digitale è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web. I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche. Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo». Ed è così che, laddove crescono le possibilità di connessione, «accade paradossalmente che ciascuno si trovi in realtà sempre più isolato e impoverito di relazioni interpersonali»: «nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto e ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima. Il rispetto verso l’altro si sgretola e in tal modo, nello stesso tempo in cui lo sposto, lo ignoro e lo tengo a distanza, senza alcun pudore posso invadere la sua vita fino all’estremo». «Tali tendenze rappresentano un lato oscuro del progresso digitale».

Migranti e guerra

Chiara anche la posizione di Francesco sul tema dei migranti. I quali «sono tra le prime vittime delle molteplici forme di povertà. Non solo la loro dignità viene negata nei loro Paesi, quanto la loro stessa vita è messa a rischio perché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, per lavorare o per nutrirsi». Una volta poi che sono arrivati in Paesi che dovrebbero essere in grado di accoglierli, «vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignità di qualunque persona», «non si dirà mai che non sono umani, però in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani». «È pertanto sempre urgente ricordare che ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione. La loro accoglienza è un modo importante e significativo di difendere l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione».

«Un’altra tragedia che nega la dignità umana è il portarsi della guerra, oggi come in ogni tempo: guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali e religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana […] vanno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”».