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Simone Ficicchia davanti ai giudici del tribunale di Milano
«L'accertamento della pericolosità sociale va fondato su elementi di fatto confluiti in procedimenti penali che abbiano comportato una sentenza di condanna». È un passaggio delle motivazioni con cui il tribunale di Milano ha rigettato la richiesta della Questura di Pavia di applicare la sorveglianza speciale ai sensi del codice antimafia con obbligo di soggiorno per un anno a carico di Simone Ficicchia, attivista 20enne del movimento per il clima “Ultima Generazione”, denunciato dalle forze dell'ordine per decine di episodi in tutta Italia di blocco stradale (sul Grande Raccordo Anulare), imbrattamento (la Scala, gli Uffizi e altri), violazione di fogli di via e resistenza a pubblico ufficiale.
Per i giudici Rispoli, Cernuto e Spagnuolo Vigorita della sezione Misure di Prevenzione si tratta di episodi per i quali «non risulta neppure avviato procedimento penale presso le locali Procure come da verifiche effettuate da questo tribunale» e la «pericolosità sociale generica non può fondarsi su informazioni contenute nelle banche dati in uso alle forze di polizia prive degli sviluppi».