Nessun intervento spot. È il mantra ripetuto dall’ufficio stampa di Virginia Raggi. Sì, nessun intervento spot. Intanto la neo sindaca è arrivata sul Lungotevere, circondata come sempre da giornalisti e fotografi per ripulire, insieme all’Ama e ai Vigili urbani, il tratto tra il ponte Sublicio e l’Isola Tiberina. Figuriamoci se si tratta di un intervento spot... Sarebbe stato spot mettere le mani seriamente sul modo in cui avviene la raccolta della spazzatura in tutta la città (ancora sommersa dai rifiuti) oppure sarebbe stato spot incontrare le varie realtà che in assenza delle istituzioni comunali stanno, per esempio, affrontando da sole l’accoglienza ai migranti. Quello sì che sarebbe stato spot. Non è invece spot andare con le telecamere accese per ripulire le banchine, prendendosela con le persone più umili: i senza tetto, molti dei quali in quelle banchine hanno trovato rifugio e una casa che nessun altro gli dà o gli vuole dare.E i senzatetto? Hanno chiesto a Virginia. E lei ha risposto: «Se ne stanno occupando i servizi sociali». Non è infatti roba da sindaca, soprattutto se una sindaca votata non all’umanità, ma una sindaca Giovanna D’Arco della “onestà onestà”. A lei queste cose poco interessano, lei non è per gli spot.Raggi non è sola, viene dopo una lunga catena di sindaci, di destra e di sinistra, che hanno interpretato il loro ruolo come se fosse quello di uno sceriffo. E uno sceriffo deve punire, pulire, cacciare tutti coloro che non sono considerati degni, anzi che non sono “onesti onesti”. Poco importa che siano gli ultimi della scala sociale, che siano bisognosi, che vadano aiutati per primi. Sergio Cofferati, reduce dalla grande manifestazione contro la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, appena eletto sindaco di Bologna dichiarò guerra ai clochard. L’attuale presidente della Regione Campania, quando era sindaco di Salerno, non si faceva scappare l’occasione per sbattere il suo pugno di ferro contro tutti gli irregolari. I sindaci di destra non hanno bisogno di presentazioni. Per molti di loro la caccia ai più deboli fa parte, spesso, del Dna. Di recente un sindaco leghista ha vietato di vendere i libri per strada perché non si forniva la scontrino!Ora sono arrivati loro, gli onesti del Movimento cinque stelle. Ma la musica non cambia. La tentazione di cacciare i senzatetto è più forte di tutto, più della pazienza di realizzare interventi meno vistosi,  (non spot) ma effettivamente efficaci per tutti. Questo non significa accettare che, chi non ha una casa, viva per sempre nelle banchine del Lungotevere impestate dai topi. Al contrario. Ma l’operazione di pulizia non è fatta per favorire queste persone. È fatta come atto-manifesto di una giunta che vuole assecondare la pancia delle persone. Raggi, purtroppo, caccia gli homeless ben sapendo che c’è una parte della popolazione che è favorevole a questo tipo di interventi. Non si chiede di modificare la situazione, di dare a tutti una casa, si chiede di non vedere, di ripulire. E Virginia ripulisce, cancella le tracce, rende tutto molto lindo. Ma forse bastava, senza lasciare in una situazione penosa le banchine, cercare prima di sistemare chi ci abitava. Bastava dare la priorità alle persone prima che al decoro. Ma questo atteggiamento ha molto a che fare con l’umanità, con la buona politica, poco con l’onestà.