"Tra pochissimi minuti ci sarà una conferenza stampa di Nicola Gratteri che riferirà in merito all’indagine sul governatore della Calabria, Mario Oliverio, accusato d’abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso». Sono passati pochi minuti dal primo lancio d'agenzia e le notizie che arrivano dalla Calabria sono poche e fammentarie. Insomma, la situazione è assai confusa, ma non per il presidente della commissione parlamentare antimafia, il grillino Nicola Morra, il quale attiva in fretta e furia una diretta facebook nella quale emette la sua personalissima sentenza corredata dalla pena: «Mario Oliverio deve dimettersi dalla carica di presidente della regione».

Del resto per Morra non è necessario aspettare una sentenza. E la ragione è semplice: «C’è già un Gip che ha convalidato l’ipotesi accusatoria», spiega infatti presidente antimafia il quale sembra quasi tracciare la sua idea di riforma del processo penale che potrebbe consistere nell’affidare tutto al pm e al Gip eliminando le  inutili lungaggini del dibattimento e dei tre gradi di giudizio. Ma non è tutto. Preso dall’eccitazione degli arresti, il presidente dell’antimafia traccia anche la nuova geografia del potere mafioso calabrese e battezza un nuovo clan, il clan Barbieri. «Oliverio - spiega infatti il presidente Morra nella sua diretta facebook ha favorito gli affari del clan Barbieri». Proprio così: clan Barbieri. Ora, il nome di Barbieri nell’indagine di ieri emerge ed è riferito all’imprenditore Giorgio Barbieri che neanche lo zelo del procuratore Nicola Gratteri ha indicato come boss mafioso. Ma evidentemente due mesi da presidente della Commissione antimafia devono aver convinto Morra di saperne più di Gratteri. Ma si dirà: non è la prima volta che il nome di Barbieri finisce in un’indagine di mafia. E’ vero, Giorgio Barbieri era finito in carcere nel 2017 ma pochi mesi dopo era stato scarcerato dalla Cassazione che aveva demolito le accuse contro di lui e “accusato” i magistati che non erano stati in grado di distinguere un mafioso da una vittima di mafia. E si, secondo i giudici di piazza Cavour, l’imprenditore Barbieri è un «imprenditore vittima perché, soggiogato dall’intimidazione, non tenta di venire a patti con il sodalizio, ma cede all’imposizione e subisce il relativo danno ingiusto, limitandosi a perseguire un’intesa volta a limitare tale danno. Di conseguenza il criterio distintivo tra le due figure sta nel fatto che l’imprenditore colluso, a differenza di quello vittima, ha consapevolmente rivolto a proprio profitto l’essere venuto in relazione col sodalizio mafioso».

Insomma, l’antimafia di Morra scambia carnefici e vittime. Ma qualcuno deve averlo avvertito, perché nel giro di poche ore il video del presidente è sparito da Facebook.