"Pericolosa", "devastante" e "ingiusta". Il giorno dopo la presentazione del Def, lo stato maggiore del Pd va compatto all'attacco della maggioranza. Il più duro è l'ex premier Matteo Renzi: "Dico solo: italiani, allacciamoci le cinture. Più che Manovra del Popolo, qui l'unica manovra che hanno fatto è un testacoda. Hanno messo la retromarcia. Tempo 12-18 mesi e subiremo conseguenze devastanti. Con questa manovra hanno consenso a breve, ma minano la credibilità dell'Italia che avevamo faticosamente riconquistato". Renzi parla esplicitamente di "cialtroneria istituzionale con i parlamentari M5S, in teoria classe dirigente del Paese, che si limitano a fare le ragazze pon-pon degli annunci a vuoto" E sul ministro dell'Economia Giovanni Tria, l'ex presidente del Consiglio aggiunge: "Pensavo si dimettesse: restare per mettere la faccia sulle altrui scelte rischia di fargli perdere credibilità. E se un ministro dell'Economia perde la credibilità, ha perso tutto". Anche per il segretario dem Maurizio Martina la manovra economica "è pericolosa e ingiusta per gli italiani". "Pericolosa - spiega a Rtl 102.5 - perché carica sulle spalle dei nostri giovani 100 miliardi di euro di debito nei prossimi anni. Ingiusta perché questo debito non servirà per fare investimenti per scuola e sanità, o per creare posti di lavoro, ma per fare il condono fiscale voluto dalla Lega o l'assistenzialismo senza lavoro del M5S.". Infine Carlo Calenda, secondo il quale i ministri del Movimento 5  "stanno esponendo l'Italia a una violenta speculazione: si rischia di distruggere molta più ricchezza di quanta ne produrrà il deficit", afferma prima di sostenere che "il Paese starà con loro finché non si sveglierà dall'illusione che sia possibile inventarsi la crescita in deficit e che ci siano scorciatoie che invece condurranno solo nel burrone. Le crisi finanziarie - conclude - colpiscono i più deboli perché i ricchi porteranno i soldi fuori dall'Italia nel giro di 5 secondi. Hanno messo a rischio il Paese con una leggerezza e arroganza impressionante".