«Noi cristiani, che crediamo nel Dio fatto uomo, nell'unico e inimitabile Uomo che sulle rive del Mediterraneo si è detto via, verità e vita, non possiamo accettare che le vie dell'incontro siano chiuse, che la verità del dio denaro prevalga sulla dignità dell'uomo, che la vita si tramuti in morte!». Sono queste le parole pronunciate da Papa Francesco nel suo intervento agli Incontri del Mediterraneo a Marsiglia. «È bello - osserva in un altro passaggio del discorso - che i cristiani non siano secondi a nessuno nella carità; e che il Vangelo della carità sia la magna charta della pastorale. Non siamo chiamati a rimpiangere i tempi passati o a ridefinire una rilevanza ecclesiale, siamo chiamati alla testimonianza: non a ricamare il Vangelo di parole, ma a dargli carne; non a misurare la visibilità, ma a spenderci nella gratuità».

«Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza», ha aggiunto il Pontefice alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron. «Il porto di Marsiglia è da secoli una porta spalancata sul mare, sulla Francia e sull'Europa. Da qui molti sono partiti per trovare lavoro e futuro all'estero, e da qui tanti hanno varcato la porta del continente con bagagli carichi di speranza. Marsiglia ha un grande porto ed è una grande porta, che non può essere chiusa. Vari porti mediterranei, invece, si sono chiusi. E due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: “invasione” ed “emergenza” -  ha sottolineato - Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza. Quanto all'emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un'urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà».

Il mare nostrum, ha aggiunto Francesco, «grida giustizia, con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall'altro vi sono povertà e precarietà. Anche qui il Mediterraneo rispecchia il mondo, con il Sud che si volge al Nord, con tanti Paesi in via di sviluppo, afflitti da instabilità, regimi, guerre e desertificazione, che guardano a quelli benestanti, in un mondo globalizzato nel quale tutti siamo connessi ma i divari non sono mai stati così profondi». Eppure, osserva ricordando gli interventi dei predecessori, '«questa situazione non è una novità degli ultimi anni, e non è questo Papa venuto dall'altra parte del mondo il primo ad avvertirla con urgenza e preoccupazione. La Chiesa ne parla con toni accorati da più di cinquant'anni».