«Noi abbiamo un atteggiamento assolutamente responsabile e rispettoso del mondo della sanità e del comitato scientifico, ma è pur vero che bisogna prendere atto che non siamo più di fronte a un lockdown, il lockdown è finito nel momento in cui si sono autorizzate le prime aperture». Parole e musica del governatore del Veneto Luca Zaia che riprende e rilancia lidea del governatore lombardo Fontana di anticipare la riapertura delle attività produttive: Dobbiamo ragionare con la convivenza del virus - ha spiegato Zaia - e non in attesa che virus se ne vada perché ci metterà un bel po' ad andarsene». E poi «Dobbiamo pensare a uno percorso di messa in sicurezza dei cittadini e dei lavoratori», ha continuato. Sulle riaperture Zaia ha precisato: «Non sono Mandrake, non ho fatto magie: lo strumento delle richieste di apertura in deroga ai prefetti con la modalità del silenzio-assenso ha dato modo a molte imprese di riaprire». Ma lidea delle riaperture anticipate non piace a Roma, soprattutto dalle parti del ministero della Salute: «Se la Lombardia decidesse di riaprire dal 4 maggio, il governo potrebbe impugnare il provvedimento regionale - spiega la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa - esiste la possibilità di avocare dei poteri utilizzando un articolo della Costituzione. Penso che sarà oggetto di un confronto. In questo momento mi risulta che il Viminale ha disposto una serie di controlli su un numero molto grande di aziende rimaste aperte». «Quando lho letto sono rimasto un po' sorpreso, non entro assolutamente in polemica anche perché se si dice il 4 vogliamo riaprire qualcosa in maniera progressiva è quello a cui stiamo lavorando. È il riaprire tutto! che mi lascia un po' più perplesso», ha aggiunto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenendo al programma «Prisma» in onda su Radio Popolare. «È chiaro - ha aggiunto - che le riaperture saranno progressive e non si può riaprire tutto e insieme, perché bisognerà fare i conti con quelli che potranno essere nuovi focolai, più o meno contenuti, e nuovi contagi. La trasmissione zero - ha concluso - è auspicabile, ma molto difficile».