Cesar Siles ha rassegnato le dimissioni da ministro della Giustizia della Bolivia. L’annuncio è arrivato a poche ore dall’avvio della transizione verso il suo successore, prevista per martedì 17 giugno. La notizia è stata ufficializzata dalla vice ministra della Comunicazione, Gabriela Alcon, che ha riferito l’accettazione della rinuncia da parte del presidente Luis Arce, attualmente al lavoro per individuare un nuovo titolare per quello che ha definito «uno dei ministeri più strategici per il Paese».

In carica da circa otto mesi, Siles ha motivato la sua scelta con il desiderio di tutelare la propria reputazione. «Negli ultimi giorni ho appreso di voci e accuse nei miei confronti, senza fondamento o prova alcuna», ha spiegato, precisando che «non esistono procedimenti penali, amministrativi o indagini in corso a mio carico». Poi l’affondo: «Lascio per il mio buon nome, per la mia famiglia e per chi conosce il valore di una carriera costruita dal basso con impegno e lealtà».

Scontro con Evo Morales e accuse di terrorismo

Siles ha avuto un ruolo di primo piano nello scontro istituzionale in atto tra il governo di Luis Arce e l’ex presidente Evo Morales. Negli ultimi giorni, il ministro dimissionario aveva sollecitato pubblicamente l’arresto di Morales, sostenendo che «è il momento opportuno». Una posizione netta, maturata dopo settimane di tensioni e blocchi stradali messi in atto dai sostenitori dell’ex capo di Stato.

Secondo Siles, esistono gli estremi per l’intervento delle forze dell’ordine: «La procura ha già emesso ordini di arresto, ora tocca alla polizia fare il suo lavoro». La denuncia nei confronti di Morales è stata formalizzata dal governo con le accuse di terrorismo e sabotaggio elettorale, a fronte delle proteste e delle manifestazioni che, secondo le autorità, mirerebbero a impedire lo svolgimento delle elezioni previste per il 17 agosto.

Evo Morales, da mesi rifugiato nella regione di Cochabamba per sfuggire a un mandato di cattura legato a un’inchiesta per traffico e abuso di minori, è tornato al centro delle tensioni.