LA REPRESSION DELLA MINORANZA MUSULMANA TRAMITE LA GIUSTIZIA PREDITTIVA

E’ la strada sulla quale si sta incamminando Pechino per tenere sotto osservazione e reprimere gruppi etnici e dissidenti politici

Controllo totale ovvero “polizia predittiva”, è questa la strada sulla quale si sta incamminando il governo cinese per tenere sotto osservazione e reprimere minoranze etnico- religiose e dissidenti politici. Ieri Human Rights Watch ha reso pubblica la notizia di essere entrata in possesso di un elenco con oltre 2mila nomi di detenuti uiguri. La minoranza musulmana separatista dello Xinjiang da tempo in lotta con il regime.

La lista, trafugata da fonte rimasta anonima, proviene dalla Prefettura di Aksu ed è la prova che l’apparato repressivo di Pechino usa i big data come strumento per colpire chi si oppone. E’ venuto alla luce dunque un programma denominato “Piattaforma integrata per operazioni congiunte ( IJOP). Un grande database nel quale i cittadini uiguri sono catalogati per le loro abitudini, frequentazioni, età, preferenze e comportamenti. Tutta la loro vita in pratica per essere controllati e eventualmente repressi.

La ricercatrice di HRW Maya Wang, ha spiegato che «la lista Aksu fornisce ulteriori informazioni su come la brutale repressione cinese dei musulmani turchi dello Xinjiang sia stata caratterizzata dalla tecnologia». Le Nazioni Unite stimano che più di un milione di uiguri, negli ultimi anni, siano stati detenuti nei campi di rieducazione nello Xinjiang. Lo scopo sarebbe quello di «cancellare le identità etniche e religiose» dei musulmani e garantire la loro lealtà al governo cinese.

Pechino ha sempre negato le accuse descrivendo i campi come centri di formazione professionale costruiti per debellare l'estremismo religioso». Difficile credere interamente alle autorità ( che hanno respinto ogni accusa), la Aksu List infatti risale alla fine del 2018 e non si conosce ancora la vera condizione dei 2mila internati presi attraverso l’IJOP. Già all’inizio di quest’anno attivisti uiguri avevano rivelato un altro documento, il Karakax, dl quale si evinceva che i funzionari usavano il database per scegliere chi doveva rimanere in detenzione.

HRW ha verificato l’elenco con alcuni esperti, il dato che emerge vede circa il 10% delle persone arrestate per terrorismo ed estremismo, anche se le autorità non hanno confermato che questi detenuti abbiano, incitato, sostenuto o commesso alcun atto di violenza. Altresì sarebbe evidente che i motivi per trattenere una persona includono l'uso di software, una rete privata virtuale ( VPN), Skype o l'applicazione di condivisione di file peer- to- peer Zapya. Si finisce nei campi anche per comportamenti legali ma sospetti come essere ' fuori rete' spegnendo i telefoni o scomparendo per periodi di tempo. Secondo HRW il sistema IJOP verrebbe utilizzato anche al di fuori dello Xinjiang. Le prove sarebbero in un documento che testimonia un appalto concesso alla China Electronics Technology Group ( CETC) che ha costruito la stessa piattaforma a Yinchuan, la capitale della provincia di Ningxia. Si tratta della regione con più alta concentrazione dell’etnia Hui, anche questa minoranza musulmana. Ancora non si conoscono in dettaglio i metodi repressivi nei confronti di questa popolazione ma cominciano a trapelare, sempre di più, notizie di chiusura di moschee, di ristoranti e centri culturali musulmani.