Cinquanta miliardi di aiuti all’Ucraina, tramite un prestito da parte dei paesi del G7 e che sarà garantito dagli interessi futuri generati dagli asset russi congelati in Occidente che ammontano a 300 miliardi di euro e generano fino a tre miliardi di entrate all’anno. È questa la decisione più importante che i leader dei paesi del mondo libero hanno preso ieri durante la prima giornata di G7 a Borgo Egnazia. Ad accogliere i vertici di Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Giappone e Ue è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha poi dato il via al vertice con i panel su Africa, Medioriente, Ucraina e infrastrutture globali.

Ed è stato quello sull’Ucraina a fornire maggiore spunti di riflessione, vista la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Ho avuto un incontro produttivo con Giorgia Meloni e ho ringraziato l’Italia per il suo sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina», ha scritto su X spiegando di aver discusso con l’inquilina di palazzo Chigi «i prossimi passi della nostra cooperazione in materia di difesa, compreso il contributo dell’Italia al rafforzamento del sistema di difesa aerea dell’Ucraina e la preparazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari. Abbiamo parlato anche del prossimo vertice per la pace in Svizzera e dei risultati attesi», continua Zelensky, che si dice ancora «profondamente grato a Giorgia per i suoi sforzi attivi volti a incoraggiare i paesi del Sud del mondo a partecipare al vertice». Inoltre, conclude, «abbiamo discusso progetti congiunti volti ad aiutare l’Ucraina nella ricostruzione di Odessa e della regione di Odessa. Apprezzo molto anche la decisione dell’Italia di organizzare la prossima Conferenza per la ripresa dell’Ucraina a Roma nel 2025».

Poco prima i leader si erano accordati sugli aiuti a Kyiv, una decisione apprezzata dal segretario della Nato Jens Stoltenberg ma che «non porterà l’Occidente a niente di buono» a detta della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Citata dall’agenzia Interfax, Zakharova ha detto che «iniziative illegali» come questa rischiano di provocare uno «sbilanciamento del sistema finanziario e crisi devastanti» e i tentativi da parte dell’Occidente di appropriarsi dei proventi dei beni russi congelati «sono criminali e porterebbero a una risposta da parte di Mosca molto dolorosa per l’Unione europea».

La controrisposta è arrivata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che proprio in queste settimane corre per un secondo mandato alla guida di palazzo Berlaymont, secondo la quale l’intesa sugli asset russi è «un forte segnale».

Alla decisione ha contribuito in maniera decisiva il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che con xelensky ha anche firmato un patto di alleanza di dieci anni tra Ucraina e Usa e che tuttavia ieri sera ha dato forfait alla cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Castello Svevo di Brindisi. Secondo fonti americani Biden sarebbe affaticato per gli impegni che ha dovuto affrontare negli ultimi giorni, tra i quali le cerimonie per gli 80 anni dallo sbarco in Normandia.

Chi invece ci sarà, e farà sentire la sua voce oggi a Borgo Egnazia è papa Francesco, che avrà dieci incontri bilaterali prima e dopo il panel sull’intelligenza artificiale. Tra i faccia a faccia anche quelli con lo stesso Biden, con Zelensky, con il presidente francese Emmanuel Macron e con quello turco Recep Tayyip Erdogan. Previsti anche colloqui con il brasiliano Lula e il canadese Trudeau, oltre che con il primo ministro indiano Modi. Focus anche sull’Africa, con i bilaterali con il presidente keniano Ruto e con quello algerino Tebboune.

E a proposito di Africa, ieri Meloni ha sottolineato che «per troppo tempo è stata fraintesa, sfruttata, guardata dall’alta, invece è continente pieno di sorprese se messo nelle condizioni di sfruttare ciò che ha di straordinario». E dunque «tocca a noi collaborare con le nazioni africane e creare nuove opportunità di sviluppo, in un atteggiamento di pari a pari per crescere insieme», ha aggiunto Meloni.

E se in vista della bozza finale Italia e Francia hanno avuto uno screzio sulla possibilità di inserire la parola aborto, su spinta di Parigi ma che ha visto l’opposizione di Roma, intesa totale c’è stata invece sul Medioriente, con la richiesta, condivisa da tutti i membri del G7, di liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas, di cessate il fuoco e, al premier israeliano Netanyahu, di non entrare a Rafah. Oggi, oltre che sull’intelligenza artificiale, focus anche su immigrazione e Indopacifico.