La Russia è pronta a considerare un incontro tra Putin e Biden al G20 di novembre in Indonesia. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, citato da Ria Novosti, sottolineando che la Russia non ha mai rifiutato i contatti con gli Stati Uniti.

Orban: «Merkel avrebbe fermato la guerra in Ucraina»

Lodi ad Angela Merkel dal premier ungherese Viktor Orban, secondo il quale l’ex cancelliera tedesca avrebbe potuto prevenire la guerra in Ucraina, se si fosse ancora trovata seduta sulla poltrona di capo del governo di Berlino.  Intervenendo ad un evento organizzato dalla pubblicazione "Cicero" a Berlino, Orban - che tra domenica e ieri ha avuto colloqui con Merkel e il cancelliere Olaf Scholz - ha ricordato l’anno 2014 affermando che a seguito dell’annessione della Crimea era stata Merkel ad evitare - attraverso le sue azioni - lo scoppio di un conflitto. «Quello che Angela Merkel fece all’epoca della crisi di Crimea fu un capolavoro», ha affermato. Al contrario, ha aggiunto il premier ungherese, il presidente americano Joe Biden non è la persona giusta per porre fine alla guerra. Ciò che è necessario, ha aggiunto, è un accordo tra Stati Uniti e Russia. Ma Biden si è spinto troppo avanti nelle sue critiche al presidente Vladimir Putin. «Può sembrare duro, ma la speranza di pace si chiama Donald Trump».

Il G7: accanto a Kiev «fino a quando sarà necessario»

Come aveva ribadito Joe Biden alla vigilia, gli alleati occidentali non si fanno intimorire dalle minacce “atomiche” di Vladimir Putin, non abbandoneranno l’Ucraina, al contrario continueranno a inviare aiuti economici e armi alla resistenza di Kiev. È quanto emerge dalla riunione straordinaria del G7 che si è tenuta oggi in forma virtuale e alla quale ha partecipato anche il presidente Volodymir Zelensky in cui i leader dei sette paesi più industrializzati sottilineano che appoggeranno Kiev, dal punto di vista militare, finanziario e diplomatico «per tutto il tempo che sarà necessario a difendersi contro l’invasore russo», come si legge sul documento finale del vertice. L’obiettivo è giungere a una «è pace giusta», e non a una resa incondizionata alle condizioni del Cremlino. «Nessun paese vuole la pace più dell’Ucraina, il cui popolo ha subito la morte, lo sfollamento e innumerevoli atrocità come risultato dell’aggressione russa. In solidarietà con l’Ucraina, i leader del G7 accolgono con favore la disponibilità del presidente Zelensky per una pace giusta». I leader hanno condannato fermamente gli attacchi contro i civili da parte delle truppe russe con i massicci bombardamenti delle città nell’ultimo week end, definendoli «crimini di guerra» e affermando che riterranno il presidente russo «responsabile».