«LOsservatorio internazionale degli Avvocati in pericolo ( OIAD ) denuncia fermamente larresto di 23 avvocati avvenuto martedì 6 giugno scorso a Izmir, in Turchia». Inizia così il comunicato ufficiale che lorganizzazione fondata dal Cnf italiano insieme con i Consigli forensi di Francia e Spagna ha deciso di diffondere dopo lultima azione repressiva del governo di Ankara. «Le informazioni di cui dispone lOIAD», si legge nella nota, «fanno comprendere che gli arresti sarebbero basati su sospetti di legami tra questi avvocati e il movimento di Fethullah Gulen, che il governo ritiene responsabile del tentativo di colpo di Stato del luglio 2016». Ma in proposito lOIAD esprime «forte preoccupazione» giacché «dopo il tentato colpo di Stato la stragrande maggioranza degli arresti operati dal governo turco è stata arbitraria, in un contesto repressivo condotto  contro tutte le voci libere e indipendenti del Paese. Nel giro di qualche mese», ricorda lOsservatorio internazionale degli Avvocati in pericolo, «più di 50mila persone, tra le quali numerosi magistrati, avvocati, giornalisti e accademici, sono state vittime di misure di repressione». E, viene inoltre ricordato, «luso della tortura durante la detenzione è stato posto in essere a più riprese». «Tra i 23 avvocati arrestati il 6 giugno», si legge quindi nel comunicato, «cè Taner Kilic, presidente della sezione turca di Amnesty international, figura nota per la sua attività in difesa dei diritti delluomo in ambito turco e internazionale». LOiad esprime dunque «la propria solidarietà agli avvocati turchi vittime della repressione, e invita le autorità turche a rispettare i principi di base relativi al ruolo dellavvocatura, adottati dallONU a LAvana nel 1990, e specificamente larticolo 16 in cui si prevede che i poteri pubblici vigilano affinché gli avvocati: a) possano esercitare tutte le loro funzioni professionali senza intralcio, intimidazione, molestia né ingerenza indebita; b) possano viaggiare e consultare i loro clienti liberamente nel proprio Paese come allestero; c) non siano fatti oggetto, né siano minacciati o sottoposti a sanzioni economiche o altro per ogni azione condotta conformemente alle loro obbligazioni e norme professionali riconosciute ed alla loro deontologia . In assenza di prove del loro coinvolgimento in ipotesi di reato», è la conclusione, «lOIAD chiede che le Autorità turche ritirino immediatamente tutti i capi di accusa adottati contro questi avvocati e garantiscano la loro libertà e sicurezza».