«Non posso lasciare il porto di Catania, dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale». Lo dice Joachim Ebeling, comandante della Humanity 1. «I naufraghi rimasti a bordo - aggiunge - sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. È difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi». Intanto è attraccata sempre al porto di Catania la nave ong Geo Barents di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, con 572 migranti. La nave ha ricevuto l’autorizzazione delle autorità italiane per valutare i casi di vulnerabilità a bordo. Il ministro delle Infrastrutture, il ministro dell’Interno e della Difesa hanno ufficialmente firmato il divieto di sostare nelle acque italiane, fatto salvo che per le operazioni di soccorso nei confronti dei soggetti più fragili a bordo. «Dopo 11 giorni dal primo salvataggio effettuato dalla Geo Barents, e 8 richieste per l’assegnazione di un luogo sicuro presentate all’Italia, le autorità italiane hanno comunicato questa mattina, al team di Medici Senza Frontiere, che Catania è il porto assegnato per le operazioni di soccorso e di assistenza alle persone che versano in condizioni di emergenza e precarie condizioni di salute, ma non è stato invece assegnato come luogo sicuro dove far sbarcare tutti i sopravvissuti. Msf ribadisce che un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo», ha commentato con una nota Medici Senza Frontiere. A breve avranno inizio prima le ispezioni mediche per verificare i soggetti che necessitano di cure urgenti e poi lo sbarco. «Secondo il diritto internazionale - prosegue - una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare», conclude Medici Senza Frontiere. «Bene la politica del Governo: soccorso e assistenza ai bisognosi, ma nessuna accondiscendenza nei confronti del sistema delle Ong che coltiva il proposito di trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. Le Ong o sono navi pirata e come tali devono essere trattate o sono navi battente bandiera di altri Stati con cui dovranno relazionarsi per i migranti trasportati in spregio alle leggi nazionali italiane»., ha commentato Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario al ministero della Giustizia. «Siamo saliti sulla Humanity 1, in porto sta attraccando la Geo Barents. Il Governo ha già violato diritti e umanità con la selezione arbitraria dei naufraghi. A bordo stanno bene ma c’è comprensibile tensione. Restano 35 richiedenti asilo, hanno diritto a scendere», ha invece commentato con un tweet il vicesegretario del Pd, Peppe Provenzano.