I Giuristi Democratici di nuovo in campo per i diritti: hanno inviato un appello al ministero degli Esteri e al Presidente del Consiglio affinché il governo italiano intervenga con il governo iraniano per salvare la vita alla avvocata Nasrin Sotoudeh, detenuta ingiustamente in carcere.

Nella lettera a Giuseppe Conte, a Luigi Di Maio e tutti i suoi viceministri e sottosegretari si denuncia “l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’avvocata e attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, già condannata in Iran a 33 anni di prigione e 148 frustate, per reati quali l’aver “complottato contro la sicurezza nazionale”, “minacciato il sistema”, “istigato alla corruzione e alla prostituzione” e per essere comparsa in un’aula di tribunale senza velo islamico.? Da oltre quaranta giorni Nasrin Sotoudeh — che è detenuta dal 2018 dopo aver già scontato tre anni di carcere tra il 2010 e il 2013, e dovrà scontare almeno altri 12 anni per la più grave delle condanne ricevute— sta attuando uno sciopero della fame al fine di ottenere il rilascio dei prigionieri politici, detenuti in condizioni disumane durante la pandemia da Covid19, e continua a rivendicare le sue battaglie in difesa, tra l’altro, dei diritti delle donne.

Per questo, come saprete, è stata anche insignita di molti premi, tra cui il Premio Internazionale per i Diritti Umani Trarieux, nel 2018; riconoscimenti per il lavoro di “una donna che non si è inchinata davanti alla paura e alle intimidazioni e che ha deciso di mettere la sorte del proprio Paese davanti alla propria”, come la definì l’allora presidente del parlamento europeo Martin Schulz nel 2012.

Ebbene, è notizia del 19 settembre che l’avvocata iraniana è stata trasferita nell’ospedale Telaghani a Teheran per insufficienza cardiaca, e le preoccupazioni per il suo stato di salute aumentano di ora in ora, considerato “l’indebolimento fisico, le palpitazioni di cuore e il respiro affannoso”, come precisato al canale della Bbc in persiano dal marito Reza Khandan.

Crediamo che l’Italia e l’Unione Europea debbano impegnare tutto il loro peso politico e morale perché non siano violati in nessun luogo.

Per questo, pensiamo sia urgente promuovere una presa di posizione istituzionale concreta in favore del rilascio di Nasrin Sotoudeh, così come degli altri prigionieri politici in Iran.

Domandiamo a tal fine anche la possibilità di una interlocuzione per discutere delle azioni più utili e opportune affinché questo e altri casi di grave violazione dei diritti umani possano cessare”.