Una "giornata nera" che rimarrà "negli annali della storia" di Parigi: nelle parole del vicesindaco della capitale francese, Emmanuel Gregoire, è la fotografia di una giornata in cui la città è stata messa a soqquadro dalle violente proteste dei gilet gialli.  Oggi il sindaco, Anne Hidalgo, si riunirà con la sua squadra di governo e farà il conto dei danni che Gregoire ha già definito enormi. Anche l'Arc de Triomphe, occupato da un gruppo di manifestanti, ha subito danneggiamenti. Danni seppur simbolici alla tomba del Milite Ignoto. E poi negozi assaltati, vetrine infrante, automobili incendiati, fiamme sui mezzi di trasporto e nei ristoranti, scene di guerriglia urbana in diversi quartieri esclusivi della capitale. "è stata una strategia messa in campo da professionisti del disordine", ha denunciato il ministro dell'Interno, Christophe Castaner. "Rispettero sempre il dissenso ma non accetterò mai la violenza", ha attaccato da Buenos Aires, dove partecipava al vertice del G20, il presidente, Emmanuel Macron. Del resto i numeri della terza giornata di quella che ormai è diventata una protesta anti-Macron sono impressionanti: 270 persone arrestate, 110 feriti, quasi 190 focolai di incendio e sei edifici in fiamme. "Quello che è successo non ha nulla a che fare con l'espressione pacifica della rabbia legittima. Nulla giustifica questi eccessi", ha tuonato il presidente. "Vogliono il caos, ma tradiscono le cause che pretendono di servire". Il capo dello Stato ha già convocato una riunione di emergenza con il primo ministro, Edouard Philippe; e il premier ha cancellato la sua missione al COP24 in Polonia (al suo posto andrà il ministro della transizione ecologica, Francois de Rugy). Il movimento dei Gilet gialli è nato sui social media in ottobre contro l'aumento della tassa sui carburanti ed è diventata in poco tempo una protesta più ampia contro Macron, accusato di non fare abbastanza contro l'innalzamento del costo della vita. Quella odierna era la terza giornata di proteste ed e stata la più violenta. I tentativi del governo di negoziare sono finora falliti, soprattutto perché i manifestanti chiedono di riprendere gli incontri in streaming. Macron ha cercato di abbassare la tensione, proponendo dialogo nazionale ed eventualmente piccoli interventi per rallentare l'impatto dell'incremento fiscale, ma è rimasto fermo sull'aumento della tassa sui carburanti come previsto. Martedì ha presentato il piano del governo per la eco-transizione e l'abbandono dei combustibili fossili. Un piano che, oltre al contestatissimo aumento della tassa sui carburanti, prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2022, lo sviluppo e il sostegno alle energie rinnovabili e pulite con un mix di energia elettrica e solare, e il dimezzamento della quota di energia nucleare entro il 2035. "Comprendo le paure dei cittadini", ha detto, "ma non cedo alle violenze. Abbiamo fatto troppo poco per il clima".