È atteso per oggi il voto dei delegati alla convention di Filadelfia che incoronerà Hillary Clinton Candidata democratica alla Casa Bianca alle elezioni dell'8 novembre. A prendere la parola davanti ai delegati, dopo gli interventi di ieri di Bernie Sanders e Michelle Obama, sarà nelle prossime ore il marito di Hillary ed ex presidente Bill Clinton.L'ENDORSEMENT DI SANDERS "Credo che sia giusto dire che nessuno è più deluso di me". Esordisce così lo sconfitto Berine Sanders, alla convention di Philadelphia, ma "questo ora deve essere messo daparte e bisogna sostenere Hillary Clinton". "Insieme, cari amici, abbiamo iniziato una rivoluzione politica per trasformare l'America. Quella quella rivoluzione, la nostra rivoluzione, va avanti". Parola di Bernie Sanders sul palco della Convention democratica di Filadelfia ribandendo il suo endorsement per Hillary Clinton. "So che molte persone in questa sala e nel Paese sono deluse per il risultato finale della gara per la nomination e sicuramente nessuno è più deluso di me", ha ammesso il senatore del Vermont, dopo le infuocate proteste dei suoi sostenitori per l'ostracismo del partito contro di lui e a favore dell'ex segretario di stato. "Invito tutti i nostri sostenitori, qui e nel Paese, ad essere orgogliosi dei risultati che abbiamo raggiunto". Questa elezione "rigurada, e deve riguardare, le necessità del popolo americano e il tipo di futuro che vogliamo creare per i nostri figli e nipoti".I sostenitori di Sanders, alcuni con le lacrime agli occhi, gli hanno riservato una standing ovation che si è protratta per alcuni minuti. "Un osservatore oggettivo concluderebbe, sulla base delle idee e della sua leadership, che Hillary Clinton deve diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti", ha insistito il senatore del Vermont a squarciagola, sgombrando il campo da ogni possibile dubbio rispetto alla sua posizione in questa elezione. LE LACRIME DI MICHELLE "Mi sveglio ogni giorno in una casa che è stata costruita dagli schiavi....". Si commuove Michelle Obama, e commuove tutta l'America, in uno dei passaggi più toccanti del discorso della scorsa notte alla convention in cui ha rivendicato la grandezza del suo Paese che ha permesso al primo presidente afroamericano di arrivare alla Casa Bianca ed ora permetterà alla prima donna di diventare presidente."Questa è la storia di questo Paese, la storia che mi ha portato su questo palco questa notte, la storia di generazioni di persone che hanno sentito le sferza della frusta, la vergogna della schiavitù, la sofferenza della segregazione ma hanno continuato a crescere e sperare e fare quello che dovevano fare perché oggi io mi svegliassi ogni giorno in una casa costruita da schiavi...." ha detto tra gli applausi la prima first lady afroamericana."E guardo le mie figlie, due belle, intelligenti giovani donne nere, che giocano con i cani sul prato della Casa Bianca e grazie ad Hillary Clinton, le mie figlie, e tutti i nostri figli, ora ritengono scontato che una donna possa diventare presidente degli Stati Uniti", ha aggiunto. "Non lasciate che nessuno vi dica dobbiamo rendere l'America grande di nuovo - è stato l'affondo finale a Donald Trump - perché questo è il più grande Paese del mondo".WARREN ATTACCA TRUMPAnche Elizabeth Warren, la senatrice diventata una leader della sinistra democratica, da Filadelfia lancia un forte messaggio all'unità a sostegno di Hillary Clinton, proprio per spingere il partito su posizioni più di sinistra. Ma, soprattutto, Warren ha duramente attaccato Donald Trump e la sua "America pienad'odio".Dall'ex consigliere economico di Obama è arrivato undettagliato attacco all'uomo Trump - "un uomo che pensa solo a se stesso, ogni minuto della sua vita" - ma soprattutto all'imprenditore che ama rivendicare i suoi successi, ottenuti - ha sottolineato Warren - sottraendo fondi agli appalti, defraudando gli iscritti alle sue università ed i suoi investitori dichiarando diverse bancarotte. "Per tutta la sua vita ha sfruttato il sistema", ha detto.LA SFIDA DI HILLARY«Disonesta e poco affidabile». Lo pensa il 68% degli americani, e proprio a loro Hillary Clinton dovrà far cambiare idea, per conquistare la Casa Bianca a novembre. Si è aperta ieri la convention democratica di Philadelphia, salutata dal dato - atteso dopo il tipico bounce post convention- del sorpasso nei sondaggi di Donald Trump, dato al 44%, ma soprattutto dall’inaspettato endorsement a Hillary da parte del repubblicano Michael Bloomberg, l’influente ex sindaco di New York. Un nuovo scandalo legato alle mail è tornato, però, a guastare la vigilia della festa democratica: il sito Wikileaks ha pubblicato 20mila e-mail rubate dal server del partito, che dimostravano i tentativi di sabotaggio della campagna di Bernie Sanders. L’effetto è stato immediato: dimissioni della presidente del Democratic National Committee e l’ufficio stampa di Clinton che accusa dell’attacco gli hacker russi per favorire Donald Trump. Ora il palco aspetta la signora Clinton, che verrà definitivamente nominata la candidata ufficiale alla presidenza e punterà a raccogliere un consenso plebiscitario tra i delegati presenti. L’obiettivo principale, però, rimane quello di far dimenticare definitivamente il mailgate e provare a infiammare il popolo democratico, che l’ha scelta ma non è ancora compatto dietro di lei. Per questo, ad aprire il congresso è stata la first lady Michelle Obama, che ha salutato l’ex avversaria del marito lodandone «il carattere e l’esperienza», e sottolineando come si sia battuta in tutta la sua carriera per «le pari opportunità tra generi, per l’uguaglianza e per l’inclusione sociale». Oggi, invece, sarà il momento del marito Bill, che si è saggiamente tenuto in disparte durante le primarie e che ora è pronto a spendersi in prima persona. La vera sfida per Hillary, però, sarà quella di riuscire a raccontarsi all’elettorato, smettendo i panni della politica d’establishment e convincendo l’ala progressista del suo partito, che alle primarie le ha preferito il socialista Bernie Sanders. In ossequio ad una politica che è sempre più fatta di spettacolo, sotto i riflettori di Philadelphia compariranno anche Katy Perry, Eva Longoria, Alicia Keys, Demi Lovato e Lena Dunham, sostenitrici di Hillary e della sua campagna contro il gender gap. Le donne, infatti, saranno probabilmente la vera arma segreta di Clinton: sono la maggioranza dell’elettorato americano e solo il 36% di loro apprezza la retorica machista di Trump. Per ora Hillary ha puntato ad affermarsi come politica credibile prima che come donna, ma proprio le donne potrebbero diventare il suo lasciapassare per Pennsylvania Avenue.