L' Irlanda vive con il timore che le prossime notti possa ripetersi la ondata di scontri e devastazioni che giovedì ha sconvolto Dublino. Una situazione insolita per il Paese non abituato a una tale furia negli ultimi anni. I partiti di governo e le opposizioni sono certe che i riots siano stati opera di gruppi di estrema destra che hanno cavalcato l'onda di un fatto di cronaca verificatosi nelle ore precedenti.

Davanti a una scuola un uomo di circa cinquant'anni ha assalito bambini e genitori con un coltello. Un'aggressione che ha portato al ferimento in maniera grave di una ragazzina di cinque anni e di una donna di 30. Altri due bambini piccoli sono finiti in ospedale con lesioni meno serie.

L'assalitore è stato fermato e disarmato grazie a un corriere, Caio Benitez, che lo ha colpito con il casco facendolo cadere e consentendo alla polizia di arrestarlo. Le autorità non hanno reso nota la nazionalità dell'uomo catturato, tuttavia sono presto stati pubblicati post sui social media riguardanti l'origine etnica del sospetto, identificato come nord africano. Da qui la scintilla che ha innescato la miccia degli scontri. All'inizio un piccolo gruppo di almeno cento persone è sceso in strada, a esso si sono uniti altri manifestanti con il volto coperto e armati di spranghe.

La polizia ha dichiarato che più di 400 uomini in tenuta antisommossa sono stati schierati per contenere i disordini. Un cordone di agenti è stato impiegato intorno all'edificio del Parlamento a Leinster House.

Diversi veicoli della polizia e un tram sono stati danneggiati durante i disordini, mentre un autobus e un'auto sono stati dati alle fiamme sul ponte O'Connell. Molte vetrine dei negozi sono state distrutte mentre in tanti ne hanno approfittato per darsi al saccheggio. Tutti i trasporti pubblici in città, tram e autobus, sono stati sospesi, e molte aziende ieri hanno invitato il proprio personale a lavorare da casa. Alla fine degli incidenti 34 persone sono finite in carcere.

Il governo ha definito le violenze una vergogna per l'Irlanda, annunciando che userà «tutte le risorse della legge» per punire i colpevoli e inasprire la legislazione contro i reati di odio.

La responsabilità della rivolta è stata immediatamente individuata in gruppi legati all'estrema destra che sembra stiano prendendo piede in Irlanda, un Paese sempre tollerante nei confronti degli immigrati e costituito da una larga fetta di cittadini di origine straniera. «Abbiamo una fazione di hooligan completamente lunatica guidata dall'ideologia di estrema destra, e anche questa tendenza dirompente si è impegnata in gravi violenze», questo il commento del commissario Drew Harris, il più alto ufficiale di polizia irlandese. Ha aggiunto comunque che non si esclude un potenziale atto di natura terroristica dietro l’ accoltellamento dei bambini.

Secondo il premier Leo Varadkar le violenze non sono motivate niente altro che da un odio cieco. Il suo commento durissimo: «Le persone coinvolte... non hanno fatto quello che hanno fatto perché volevano proteggere gli irlandesi. Non l'hanno fatto per un senso di patriottismo, per quanto distorto», e ha continuato «lo hanno fatto perché sono pieni di odio.

Amano la violenza. Amano il caos e amano causare dolore agli altri. Come paese, abbiamo bisogno di reclamare l'Irlanda. Dobbiamo toglierlo ai vigliacchi che si nascondono dietro le maschere e hanno cercato di terrorizzarci con la loro violenza. I disordini sono una vergogna per il Paese».

Varadkar ha anche delineato i piani per approvare nuove leggi nelle prossime settimane per consentire alla polizia di fare un uso migliore delle prove delle telecamere a circuito chiuso raccolte durante i disordini. Tutti dunque sono d'accordo nell’incolpare elementi e organizzazioni razziste e fasciste ma l'opposizione del Sinn Fein ha attaccato anche la polizia incapace di controllare la situazione. Inoltre dopo questi scontri è oarso evidente che non esiste una chiara mappatura dell'estrema destra irlandese, come prova il fatto che gli scontri sono risultati assolutamente inaspettati.