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«What a night! », dice il senatore Elizabeth Warren, aprendo il suo intervento. E come ha ragione. Chi crede ancora nella politica come passione, come sentimento, come orgoglio deve guardare a quello che va succedendo in America nella campagna per le presidenziali di novembre. Come siamo snob noi europei, a sentirci così maestri di politologia e a considerare gli americani poco più che dei parvenu e noi abbiamo Macchiavelli, per dire, e noi abbiamo Weber, per dire, e lunico libro che stimiamo e continuiamo a citare è quello che scrisse Tocqueville, un piccolo aristocratico francese dubbioso del giacobinismo, sulla loro nascente democrazia. E dove lo trovi in Europa un congresso così come questo alla Wells Fargo Arena di Philadelphia per nulla ingessato, dove la gente piange, urla, strepita, fa cori di sostegno e buuu allindirizzo di questo o quelloratore, vestita come se stesse per andare alla lavatrice a gettoni allangolo. E è una festa, una festa vera della democrazia come dice Bernie Sanders.Avranno pure truccato le carte, a vantaggio della Clinton, quelli che governano il partito democratico come sostenevano i BernieBros nellultimo filotto di primarie e come ha rivelato il mailgate che ha travolto il presidente del Democratic National Committee, il deputato della Florida Debbie Wasserman Schultz ma non avranno spento gli entusiasmi e le posizioni.Ah, ci fosse un terzetto da scegliere e non solo un candidato presidente che indica un vicepresidente per il ticket, avremmo una squadra coi fiocchi: Hillary, Elizabeth e Michelle. Tre sfumature di donne straordinarie.Michelle Obama ha rubato la scena. È di una bellezza sfolgorante, e è quella che inverte il teorema di Sanders quando dice che non sempre la politica è sexy «Real politics is not necessarily sexy». Michelle è sexy perché dice delle cose straordinarie mettendoci dentro tutta se stessa: «Non è facile svegliarsi tutte le mattine in una casa che è stata costruita dagli schiavi, la Casa bianca, ma le mie due figlie, Malia e Sasha, sono intelligenti e adorabili e avranno un futuro perché cè una donna che si è battuta per il futuro delle donne e continuerà a a farlo, e questa donna è Hillary». È la prima volta, nelle numerose occasioni che ha avuto modo di intervenire pubblicamente, e in cui si è sempre distinta per raccontare del proprio ruolo di madre e delle difficoltà e della gioia di educare i figli, che Michelle parla apertamente della questione razziale. Forse la scia di sangue dallassassinio di giovani neri inermi da parte di poliziotti, alluccisione di poliziotti bianchi a Dallas e Baton Rouge in qualche modo costringono a confrontarsi con questo. E forse no, forse cè un sentimento di fierezza che prescinde e attraversa i recenti episodi. Lo fa con garbo e usando un paradosso: è come se tutta la storia degli Stati uniti la macchia dello schiavismo si concentrasse in una biografia, nella biografia della famiglia del presidente. E questa è real politics, zio Bernie. Michelle finisce: «Non lasciate che qualcuno dica che bisogna fare di nuovo grande lAmerica, perché lAmerica è il più grande paese del mondo». E senti che questa fierezza in qualche modo possa riflettersi su di te.E Elizabeth, che parla anche lei della propria vita, della propria famiglia un padre carpentiere, una madre che si mise a lavorare quando lui ebbe un incidente grave, ragazza che serviva ai tavoli a tredici anni e poi si diplomò, e poi iniziò come maestra e poi è diventata professore di università, e poi senatore e questa è la storia dellAmerica delle opportunità, a country of opportunities.E non molla un centimetro quando dice che oggi non è più così, che oggi «is a rigged system», un sistema truccato, e se sei ricco diventerai ancora più ricco e se sei povero resterai povero, e punta il dito contro i colossi della finanza, e le loro tasse ridicole, e ha unoratoria pulita ma non parla come un accademico, no, sa smuovere cuori e pance e cervelli. Sembra proprio che Occupy sia entrata nella Convention democratica e abbia squadernato tutta la sua forza. Lei è lo spauracchio di Wall Street, lei è il beniamino di chi si batte per mettere la mordacchia a Wall Street. Due concetti semplici: «big money out of politics», la grande finanza fuori dalla politica, e «hold big banks accountable», tenere le grandi banche affidabili. Lei è quella che rivendica uno spostamento a sinistra della piattaforma di Clinton a partire dallaccettazione di rimettere in vigore la legge sulla distinzione delle banche fra quelle commerciali e quelle di investimenti, il vecchio il Glass-Seagall Act, che fu abolito dal marito, Bill, dando inizio a tutti gli inguacchi finanziari.Ma è lo zio Bernie che tutti aspettavano, a partire dai suoi supporter. Molti si erano già riuniti altrove e non riescono a farsene una ragione del suo appoggio a Clinton e ora portano qui, allArena, il loro disappunto. Hillary non è amata, forse proprio per quei caratteri che la fanno considerare una persona affidabile, quella freddezza, quella capacità di autocontrollo, quella determinazione nel non mollare. Cè chi si è attestato su «Bernie or Bust», che è un po come la va o la spacca, Bernie o la rovina, come se avessero deciso o Bernie o non votiamo.E hai voglia, come fa Sarah Silverman, volto noto di cinema e televisione, a considerare ridiculous questa affermazione. Ma Sanders fa un ragionamento semplice: Trump è un pericolo grande per lAmerica e bisogna fermarlo e lunico modo per fermarlo è sostenere Hillary. Fa fatica a convincere il suo popolo quelli che non vogliono che si continui a scassare la terra per lestrazione del gas, quelli che vorrebbero più tutela per i vegetariani, quelli dei vari movimenti di protesta, quelli dei neri, e ci sono anche, benché le associazioni più importanti avessero fin dallinizio appoggiato Clinton. Può rivendicare il fatto che i punti salienti della sua campagna aumento del salario minimo a 15 dollari lora, abolizione dei debiti scolastici, muoversi verso lobiettivo di scuole e college e università gratuite per tutti siano ora punti salienti della campagna di Hillary. Ha incassato il plauso di Elizabeth grazie Bernie, per ricordarci ogni giorno i valori per cui lottiamo e la sua idea di un cammino di trasformazione è ancora capace di attrarre consensi. I suoi sostenitori piangono, il trucco dei vertici del partito non lo mandano proprio giù. Bernie parla a voce alta e scandendo parole e concetti. This is the real world that we live in. Alla fine del suo intervento, gridano insieme «Hillary! » e «Bernie! », il miracolo è compiuto.Ed è solo il primo giorno.