Una delegazione di Hamas si recherà domani al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto un funzionario di Hamas all'agenzia Afp, aggiungendo che la delegazione darà una risposta sulla proposta di cessate il fuoco offerta dai mediatori e da Israele. «Una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya (capo negoziatore del gruppo islamista e “numero 2” del leader di Hamas nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar) arriverà in Egitto e darà la risposta del movimento» alla proposta israeliana durante un incontro con funzionari dell'intelligence egiziana, ha detto il funzionario. La stessa notizia è stata riportata anche dal quotidiano saudita Al-Sharq, secondo cui la nuova proposta contiene «progressi sulla questione del ritorno degli sfollati e sul numero e sulle categorie di prigionieri palestinesi che saranno rilasciati in cambio di rapiti».

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, ha dichiarato che solo gli Stati Uniti possono impedire a Israele di attaccare la città più meridionale di Gaza, Rafah. Lo ha affermato al World economic forum in corso a Riad in Arabia Saudita, aggiungendo di aspettarsi l’assalto nei prossimi giorni.

A quanto ha riferito Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’opera dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), in un’intervista alla Tass, Israele sta preparando un’operazione militare su larga scala nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. «La mia paura in questo momento è ciò che l’esercito israeliano sta progettando di fare, se c’è assistenza militare - in Israele dagli Stati Uniti - o meno. Sembra che ci sia una preparazione per un possibile intervento militare su larga scala a Rafah». «Siamo tutti estremamente preoccupati per la probabilità di un’offensiva a Rafah. Ci sono più di 1,45 milioni di sfollati già concentrati nel sud», ha sottolineato Lazzarini.

Secondo quanto riporta Al Jazeera il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ha presieduto un incontro a Riad con rappresentanti di sei Paesi arabi per discutere la situazione a Gaza. Hanno partecipato il ministro degli Esteri giordano Ayman Al-Safadi, il massimo diplomatico egiziano Sameh Shoukry, il funzionario dell’Autorità Palestinese Hussein Al-Sheikh, il consigliere diplomatico degli Emirati Arabi Uniti, Anwar Gargash, e il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi. Nella riunione si sarebbe discusso della necessità di porre fine alla guerra di Israele contro Gaza e l’importanza di riconoscere lo Stato di Palestina lungo i confini del 1967, con Gerusalemme Est occupata come capitale. È stato respinto il tentativo di sfollare i palestinesi dalle loro terre e qualsiasi operazione militare a Rafah dove sono presenti circa 1,2 milioni di sfollati a causa dei 7 mesi di guerra.

Se Israele dovesse raggiungere un accordo con Hamas per il rilascio degli ostaggi sospenderebbe l’annunciata operazione di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha detto sabato il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Israel Katz, a News 12. «Se ci sarà un accordo sugli ostaggi sospenderemo l’operazione a Rafah», ha affermato Katz.