Il 4 dicembre del 2000 è stata proclamata dalle Nazioni Unite la Giornata mondiale del rifugiato, una data collegata al 50esimo anniversario della Convenzione del 1951 che riconosceva uffcialmente lo status delle persone costrette a scappare dalla propria terra.

Dopo vent’anni la situazione è notevolmente peggiorata, attualmente nel mondo sono 70,8 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni, fame e cambiamenti climatici.

Una realtà certificata dagli ultimi dati dell’agenzia Unhcr ( Onu). Nel suo rapporto “Global trend 2018” viene messo in luce come il numero dei rifugiati sia in questo momento il più alto mai registrato nella storia, almeno da quando disponiamo di strumenti statistici per rilevare questo colossale fenomeno. Rispetto al 2017 infatti si è registrato un aumento di 2,3 milioni di persone.

Inoltre questi dati sono calcolati per difetto; solo per fare un esempio esiste solo un conto parziale di coloro che hanno lasciato il Venezuela ( circa 4 milioni) a causa della crisi politica ed economica che sta attualmente vivendo il paese sudamericano.

L’Onu poi distingue diverse tipologie di rifugiato che ci permettono di comprendere l’enormità del fenomeno e il suo impatto a livello globale. I rifugiati veri e propri a livello planetario hanno raggiunto i 25 milioni solo nel 2018. Questi comprendono anche i più di 5 milioni di palestinesi. L’apporto maggiore comunque è dato da solo cinque paesi: Siria ( 6,7 milioni), Afghanistan ( 2,7 milioni), Sud Sudan ( 2,3 milioni), Myanmar ( 1,1 milioni), Somalia ( 0,9 milioni).

Esistono poi i richiedenti asilo che sono 3,5 milioni e la categoria più grande che è quella di chi si sposta in aree interne ai continenti ( 41,3 milioni), dando luogo al fenomeno delle “migrazioni interne”. Particolarmente grave è la situazione che riguarda i minori; solo nel 2017 sono stati 35 milioni i bambini costretti ad abbandonare le proprie case, un dato che è cresciuto dell' 11% dal 2009. Complessivamente il 52% dei rifugiati nel mondo è un minore di18 anni.

Il dato più sorprendente, che sfata in qualche modo il racconto europeo di un continente invaso da orde incalcolabili di migranti, è quello che racconta come tra i 10 paesi che accolgono più rifugiati nel mondo, 4 sono tra i meno sviluppati del pianeta.

Uganda, Sudan, Etiopia e Bangladesh sono le infatti le nazioni che accolgono il 64% di tutti i rifugiati o almeno quelli che ricadono sotto il mandato dell’Unhcr. Si parla di una cifra intorno ai 13 milioni di persone.

«L’accoglienza dei migranti è un diritto sancito dalla nostra Costituzione che va difeso e l’Italia deve essere in prima linea nell’adempiere i suoi doveri di soliderietà», ha commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.