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Colpito nuovamente il campo profughi di Jabalya a Gaza da un attacco dell’aviazione israeliana. L’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani ha affermato che il bombardamento potrebbe costituire un crimine di guerra. Quattro italiani, volontari di Ong internazionali, uno dei quali con moglie palestinese, sono giunti in Egitto attraversando il Valico di Rafah, aperto per consentire l’evacuazione di stranieri e feriti. Un funzionario di Hamas: «Ripeteremo il 7 ottobre ancora e ancora».
Missile da Libano contro drone, Idf risponde con artiglieria
Le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver effettuato attacchi aerei e di artiglieria in Libano dopo che un missile è stato lanciato contro un suo drone e in seguito al lancio di razzi verso Israele. Lo riferisce il Times of Israel. L’esercito ha dichiarato che nella notte è stato lanciato un missile terra-aria contro un veicolo aereo senza equipaggio. L’Uav non è stato colpito. In risposta, l’esercito ha colpito la cellula che ha effettuato il lancio e il sito di lancio.
Inoltre, le forze di terra hanno sparato proiettili di artiglieria verso la fonte dei razzi dopo che i proiettili erano stati lanciati verso la regione del Monte Dov e del Monte Hermon. Il quotidiano israeliano spiega che “l’esercito non identifica i presunti aggressori in nessuno dei due casi”, ma fa riferimento agli attacchi guidati da Hezbollah lungo il confine settentrionale a partire dal 7 ottobre. «Questa sera è stato lanciato un missile terra-aria dal Libano verso un drone dell’Idf. In risposta, l’Idf ha colpito la cellula terroristica che ha lanciato il missile e il sito di lancio. L’Uav non ha subito danni», ha scritto l’esercito israeliano su Telegram, aggiungendo che «sono stati identificati diversi lanci dal Libano verso la zona di Har Dov e del Monte Hermon, nel nord di Israele. Sono caduti in aree aperte. L’artiglieria dell’Idf ha colpito la fonte dei lanci in risposta».
Biden chiede “pausa” per far uscire ostaggi
«Penso che sia necessaria una pausa». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ritenendo necessaria una “pausa” umanitaria nella guerra tra Israele e Hamas, dopo che il suo discorso elettorale mercoledì sera è stato interrotto da un manifestante che chiedeva un cessate il fuoco. Biden ha detto di comprendere le emozioni che hanno motivato il manifestante, che è stato rapidamente sgridato da altri presenti nella stanza e allontanato.
Alla domanda sul significato della pausa, Biden ha affermato che una pausa «significa dare il tempo di far uscire i prigionieri». I funzionari della Casa Bianca hanno poi chiarito che si riferiva agli ostaggi e agli aiuti umanitari. Nei suoi commenti, Biden ha esercitato pressioni sul Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché conceda ai palestinesi almeno una breve tregua dall’implacabile operazione militare che ha provocato migliaia di morti e ha impantanato la striscia di 141 miglia quadrate in una crisi umanitaria. La Casa Bianca si è rifiutata di chiedere un cessate il fuoco, ma ha segnalato che gli israeliani dovrebbero prendere in considerazione pause umanitarie per consentire ai civili di ricevere aiuti e ai cittadini stranieri intrappolati nella striscia di lasciare Gaza. Mercoledì sera, Biden stava parlando a una folla di sostenitori a Minneapolis delle sue ragioni per candidarsi alla presidenza nel 2020 quando una donna si è alzata e ha gridato: «Signor Presidente, se le sta a cuore il popolo ebraico, come rabbino, ho bisogno che chieda un cessate il fuoco».
Onu: «Raid su Jabalia potrebbe equivalere a crimini guerra»
I bombardamenti da parte di Israele sul campo profughi di Jabalia nella Striscia di Gaza potrebbero «equivalere a crimini di guerra». Lo ha scritto L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) su X. «Dato l’elevato numero di vittime civili e l’entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia, temiamo seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra», ha scritto l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere e proteggere i diritti umani.