DA GMAIL A YOUTUBE, A MEET: BLOCCO TOTALE DEI SERVIZI ONLINE

Saltano anche le lezioni della didattica a distanza I vertici dell’azienda escludono un attacco hacker

«Something went wrong» ovvero «Qualcosa è andato storto».

Questo è il messaggio che milioni di utenti dei servizi forniti da Google hanno visto comparire sui loro schermi del computer ieri poco prima delle 13 ora italiana.

Numerose applicazioni infatti sono «andate giù» come si dice in gergo, semplicemente hanno smesso di funzionare o essere raggiungibili per più di mezz’ora.

A prima vista può sembrare un lasso di tempo non lunghissimo ma la quantità di persone che lavorano attraverso Google è talmente alta che il danno è stato enorme. Gli utenti di tutto il mondo infatti hanno segnalato problemi con Gmail, Google Drive, Android Play Store, Maps e altro ancora. Posta elettronica e documenti, praticamente la spina dorsale del lavoro di ufficio e dello smartworking, una perdita di efficienza fondamentale in un periodo di Covid con milioni di lavoratori a casa.

L’unico modo per continuare a lavorare era l’aver sincronizzato i documenti offline.

L'interruzione di ieri inoltre ha interessato anche i dispositivi intelligenti collegati a Google come gli altoparlanti domestici, portando alcuni utenti a lamentarsi sui social media per non essere in grado di spegnere alcune luci nelle loro case. Si è scatenato un effetto a catena che ha coinvolto anche altre app, dedicate al gioco on line attraverso gli smartphone, come Pokémon Go.

Probabilmente uno degli effetti più gravi del black out di Google è stata la temporanea sospensione del servizo Meet, le videochiamate attraverso le quali viene svolta, in quasi tutta Europa, fa didattica a distanza. Si tratta di capire se il collasso della piattaforma abbia favorito il “lavoro” di qualche hacker, un sospetto avvalorato da alcuni messaggi comparsi su numerosi schermi di insegnati e studenti collegati per la Dad. In Italia è stato possibile notare la frase apparsa brevemente: «Il vostro amico hacker ha pensato di anticipare le vacanze».

Google non ha saputo, al momento, specificare le cause che hanno portato al temporaneo malfunzionamento, in ogni caso gli utenti sono stati comunque in grado di accedere alle pagine di destinazione dei siti Web in modalità di navigazione in incognito, che non memorizza un registro dell'attività di navigazione.

Qualcosa di simile era già successo nel 2019 ad alcuni server statunitensi. Si pensa che all’epoca la causa di tutto fosse stata un a modifica alle impostazioni che avrebbe dovuto riguardare solo poche macchine ma che, almeno secondo la versione ufficiale, fu estesa accidentalmente.

In ogni caso l’accaduto fornisce un inquietante promemoria rispetto alla dipendenza che l’economia mondiale ha dai servizi in cloud. Molte aziende ieri hanno perso montagne di denaro e saranno, a dir poco, innervosite.

E’ chiaro che vorranno sapere cosa è successo in tempi brevi e vorranno avere rassicurazioni che non accada più. Resta da capire se i semplici utenti avranno mai diritto ad una spiegazione, piccole rotelline di un ingranaggio planetario e solo apparentemente virtuale.