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In Iran altri due uomini sono stati giustiziati dopo essere stati giudicati colpevoli di aver ucciso un paramilitare nelle proteste scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini.
"Mohammad Mahdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini, i principali autori del crimine che ha portato al martirio di Rouhollah Ajamian, sono stati impiccati questa mattina" di sabato, ha
riferito Mizan Online. I due uomini sono stati accusati di aver ucciso Ajamian, membro della milizia Bassidji, legata ai Guardiani della Rivoluzione, l'esercito ideologico dell'Iran. I fatti risalgono al 3 novembre scorso e sono avvenuti a Karaj, a ovest di Teheran. Il tribunale di primo grado ha condannato a morte i due uomini il 4 dicembre e il 3 gennaio la Corte suprema iraniana ha confermato le condanne a morte.
“Non sono stati rispettati i diritti legali più elementari", hanno denunciato alcuni avvocati iraniani, come riporta la Bbc . "Per quanto riguarda la loro esecuzione, non c'e' spazio per una
discussione legale, in quanto sono stati privati del diritto minimo di scegliersi un avvocato", ha scritto su Twitter l'avvocato Ali Mojtahedzadeh.
Sempre su twitter, il legale Mohammad Hossein Aghasi, a cui il tribunale ha rifiutato la richiesta di difendere Karami in tribunale, ha denunciato che al giovane non è stato permesso di incontrare la famiglia prima dell'impiccagione.
Per Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia è “inaccettabile che ai manifestanti ancora imprigionati e sottoposti a processi sommari sia negato anche il diritto di difesa, sono plurime
le denunce di avvocati infatti che affermano che sarebbe negato anche il diritto di scegliersi un difensore. Occorre mettere un freno a questo scempio compiuto dal regime degli Ayatollah, mettere a morte chi coraggiosamente manifesta per la propria libertà è una barbarie e sulla scia del richiamo dell'ambasciatore designato iraniano da parte del ministro degli Esteri Tajani, occorrerà prendere ulteriori iniziative e insistere per una moratoria delle pene di morte
per i manifestanti”.