“Predatore seriale” o vittima di “una caccia all’uomo”? Dopo aver spaccato la Francia in due schieramenti opposti, il caso di Gérard Depardieu arriva alla sua prima svolta giudiziaria. Alla sfilza di accuse per molestie sessuali che in questi anni hanno riempito i media francesi, contro l’attore ora si aggiungono due nuove denunce formali, presentate all’inizio del 2024, che oggi gli sono costate una convocazione nel terzo distretto della polizia giudiziaria di Parigi

. Posto in stato di fermo dalle prime ore del mattino per essere interrogato, come ha riferito la testata locale BFMTV, Depardieu, 75 anni, deve rispondere di “aggressione sessuale” per due distinti episodi: il primo nel 2014, durante le riprese del film “Magicien et les Siamois” di Jean-Pierre Mocky; il secondo nel 2021, sul set di “Volets Verts” di Jean Becker.

La prima presunta vittima è un’assistente di produzione, all’epoca 24enne, che lo scorso gennaio ha denunciato l’attore per «aggressione sessuale su una persona vulnerabile da parte di qualcuno che abusava dell’autorità della sua posizione». La seconda denuncia, presentata lo scorso febbraio per «violenza sessuale», «molestie» e «oltraggi sessisti», arriva invece da una scenografa di 53 anni: secondo la sua versione dei fatti, l’attore l’avrebbe «afferrata con brutalità» in un corridoio, bloccandola e aggredendola con frasi volgari e allusioni sessuali.

Sulla base delle nuove accuse, lo scorso marzo la Procura di Parigi ha aperto un fascicolo di inchiesta. La “garde à vue”, l’equivalente del fermo di polizia al quale è stato sottoposto Depardieu, è un istituto previsto dal codice di procedura civile francese che consiste in un “pre-arresto” disposto dal pm. In custodia per gli ultimi due fatti, contro la star del cinema francese al momento pendono quattro diverse denunce. La prima nel 2020, quando è stato incriminato per «stupro» e «aggressione sessuale»: ad accusarlo l’attrice Charlotte Arnould, un’amica di famiglia che alla fine del 2018 lo aveva denunciato per due presunte violenze sessuali consumate nella casa parigina dell’attore. Lo scorso dicembre è arrivata l’accusa per stupro da parte della giornalista e scrittrice spagnola Ruth Baz, che lo ha denunciato per fatti risalenti al 1995, a Parigi. Sempre a fine 2023, è stata archiviata per prescrizione un’altra denuncia: questa volta da parte dell’attrice Hélène Darras, che Depardieu avrebbe aggredito sessualmente durante le riprese di un film nel 2007.

L’affaire Depardieu è anche finito al centro del dibattito pubblico e politico francese, con prese di posizione di segno opposto, critiche e polemiche, che hanno reso la vicenda un vero e proprio caso mediatico. A far esplodere lo “scandalo”, in particolare, è stato un documentario intitolato «Depardieu, la caduta dell’orco», trasmesso nel dicembre 2023 sul canale France 2, nella trasmissione d’inchiesta “Complément d’enquête”, che ha diffuso alcuni video registrati durante un viaggio dell’attore in Corea del Nord, nel 2018. Alla bufera mediatica erano seguite le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che ha richiamato al rispetto della presunzione d’innocenza.

E nello stesso mondo del cinema, alcune colleghe, tra cui la sua ex compagna, l’iconica attrice Carole Bouquet, hanno firmato un appello a sostegno di Depardieu per mettere fine al «tribunale mediatico». Quello contro cui punta il dito lo stesso attore, che ha rotto il silenzio per la prima volta in una lettera aperta pubblicata lo scorso ottobre su Le Figaro. «Al linciaggio che mi è stato riservato - aveva scritto Depardieu - ho solo la mia parola da opporre».