Infastidito di percepire uno scarso entusiasmo intorno a sé, come dimostrato anche in occasione della sua visita all’università di Mosca Lomonosov il 25 gennaio scorso, dove c’erano appena una decina di studenti ad ascoltarlo (con facce decisamente scure), Vladimir Putin, dopo aver rimuginato a lungo, ha tirato fuori dal suo cappello una risoluzione presidenziale, lan. 18 del 4 gennaio 2023, dal titolo “Regolamento sul controllo statale sulle attività degli agenti stranieri”, che applica la legge n. 255/F3 del 14 luglio 2022, “Sul controllo delle attività delle persone sotto influenza straniera”, con la quale si prevede l’attivazione di un registro degli agenti stranieri, definiti dall'art. 1 della legge come “una persona che ha ricevuto sostegno e/o è sotto l’influenza straniera in altre forme, e svolge le attività indicate dall’art. 4...”, ossia “attività politiche, la raccolta mirata di informazioni nel campo delle attività militari, tecnico-militari della Federazione Russa, la diffusione di messaggi e materiali destinati a un cerchia illimitata di persone e/o partecipazione alla creazione di tali messaggi e materiali” e altro.

Per attività politiche, lo stesso art. 4 (par. 5), specifica che si intende la partecipazione all’organizzazione e allo svolgimento di eventi pubblici sotto forma di riunioni e comizi, la partecipazione ad attività finalizzate all’ottenimento di un risultato alle elezioni, i ricorsi alle autorità pubbliche, la diffusione di pareri sulle decisioni delle pubbliche autorità e sulle loro politiche, la realizzazione a Kramatorsk di sondaggi di opinione pubblica e pubblicazione dei loro risultati, e, ovviamente, il finanziamento di tutte queste attività.

In conclusione, qualsiasi forma di applicazione del principio di democrazia è sospetto, e con tutta probabilità il cittadino che compie questo errore madornale è sotto l'influenza estera, e basterà magari trovargli in casa qualche dollaro (che tutti i russi hanno nel cassetto, salvo i più poveri), per ritenere che hanno ricevuto sostegno dall’estero (d’altronde è legittima la domanda da dove vengono quei dollari?... o no?).

Il problema per Putin era organizzare un sistema di controllo per dare seguito a questa bella iniziativa, che costituisce il fondamento per lasua permanenza al potere, magari anche da morto (mai dire mai...).

Grazie alla plurima lettura del mitico libro “1984”, scritto nel 1949 dal profetico George Orwell (il cui vero nome era però Eric Arthur Blair), il nostro Vladimir ha trovato la soluzione ad un problema, inutile negarlo, piuttosto serio: come controllare 40 milioni di persone?

La soluzione, descritta minuziosamente nel decreto presidenziale con 5 8 istruzioni, sviluppate in 15 pagine, sembra, in effetti, essere suggerita dal romanzo orwelliano.

Interessante è innanzitutto l’istruzione n. 4, in cui si afferma che “oggetto del controllo statale sono le attività, le azioni (ma anche le non azioni) delle persone controllate (ossia i presunti agenti stranieri, ndr)”. In pratica, anche non fare nulla potrebbe essere sospetto...

Esplicita è poi l’illustrazione dei compiti del controllo statale, che sono, come spiegato dall’istruzione 5, “la prevenzione, l’individuazione e la soppressione delle violazioni previste dalla legislazione sugli agenti stranieri”.

In pratica, come nel libro di Orwell, è opportuno prevenire che qualche cittadino russo compia atti inopportuni, ossia quelli sopra descritti, che rendono lo sfortunato di turno qualificato come agente straniero.

Il termine “soppressione”, riferito alle violazioni, potrebbe poi essere interpretato, chissà, estensivamente, riferendolo anche a chi ha, inopinatamente, compiuto (magari per sbaglio, passando nel posto sbagliato al momento sbagliato) una di quelle azioni qualificate come attività politiche.

L’istruzione 6 attribuisce al Ministero della Giustizia il compito di organizzare operativamente queste attività di controllo, mentre l’istruzione 7 assegna ai relativi funzionari, inclusi quelli incaricati del controllo statale (quindi anche ai poliziotti), le attività operative. Queste consistono (istr. 9) in ispezioni programmate (solo 1 volta l’anno a persona), da pianificare annualmente (istr. 13-15), e straordinarie, in visite a eventi tenuti da agenti stranieri, ed in analisi delle informazioni sulle persone controllate (che possono riguardare i messaggi inviati, i materiali stampati, audio e video in possesso, o diffusi anche via internet, nonché i loro conti in banca), nonché in audit (in pratica un setaccio della vita di una persona).

L’istruzione 18 chiarisce che le denunce anonime non possono essere utilizzate per avviare ispezioni straordinarie.

Le istruzioni 21-26 specificano che il cittadino deve essere informato 3 giorni prima (in caso di ispezioni programmate), oppure 24 ore prima (per le ispezioni straordinarie), con un ordine che deve avere uno specifico contenuto (organo e nome del controllore, scopo e motivi del controllo, misure di controllo, elenco dei documenti da produrre, data di inizio e fine del controllo, che non può durare più di 20 giorni).

In pratica il cittadino controllato ha il tempo per decidere se scappare, suicidarsi, oppure subire il controllo. L’istruzione 31 dettaglia il contenuto che deve avere la relazione da redigere a seguito del controllo, ed è prevista anche una relazione quando il controllore partecipa ad un evento organizzato da un agente straniero (per esempio un comizio).

Le istruzioni 42-58 spiegano le modalità di ricorso del cittadino oggetto di controllo, che va inviato al Ministero della Giustizia. Quanto sarà utile una tale autotutela è tutto da vedere...