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Soldati israeliani in azione sui carri armati in un'area di sosta al confine con la Striscia di Gaza
Sono almeno 48 i palestinesi uccisi nel nord della Striscia di Gaza mentre erano in attesa di ricevere aiuti umanitari. Lo riferisce l'agenzia di difesa civile di Gaza, controllata da Hamas. L’incidente è avvenuto a circa 3 chilometri a sud-ovest del valico di Zikim, dove – secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF) – sarebbero stati esplosi “colpi di avvertimento” per disperdere la folla. L’IDF ha dichiarato di non avere conferma di vittime, ma le autorità sanitarie di Gaza parlano di almeno 48 morti, molti dei quali giunti all’ospedale al-Shifa, secondo quanto riferito anche da Associated Press.
L’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani ha denunciato che più di 1.000 palestinesi sono stati uccisi da Israele da maggio mentre cercavano di accedere agli aiuti alimentari. Intanto, il re di Giordania Abdullah II ha rilasciato una dichiarazione toccante: «La sofferenza dei nostri fratelli ci addolora. Continueremo a fare la nostra parte, senza aspettarci riconoscimenti, ma per un dovere morale e umano».
Sul fronte diplomatico, anche la Germania ha ribadito la sua contrarietà a una possibile annessione della Cisgiordania da parte di Israele. Il ministro degli Esteri Johann Wadephul, in partenza per una missione nella regione, ha affermato che tale annessione “non sarebbe giustificabile dal diritto internazionale” e ha chiesto un aumento degli aiuti umanitari a Gaza.
In risposta alla crisi umanitaria in atto, il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha invitato Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti, a visitare la Striscia. Nel video diffuso dal ministero, un infermiere americano, Elidalis Burgos, testimonia la gravità della situazione: «Non è un disastro naturale. È una crisi provocata dall’uomo. Vieni a vedere con i tuoi occhi».