Furlan: no alle gabbie salariali. Riparte dalle periferie urbane, esistenziali, economiche e sociali l’azione sindacale della Cisl per essere accanto alle persone proprio dove ce n’è più bisogno.

L’obiettivo è quello di realizzare un «Sindacato di prossimità» come spiega Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, a conclusione della Conferenza nazionale Organizzativa che per tre giorni a Roma ha visto riuniti mille delegati provenienti da tutta Italia.

Concretezza

Un piano concreto quello cislino che poggia sull’apertura di nuove sedi della Cisl nei quartieri più disagiati delle città, da Nord a Sud, oltre al potenziamento della presenza ed impegno in tutti i luoghi di lavoro.

«Vogliamo vivere le periferie - ribadisce la segretaria generale della Cisl - e questo significa viverle davvero, respirarle e diventare in quelle periferie un elemento di speranza.

Un percorso che non dobbiamo fare da soli ma insieme agli altri, abbiamo infatti bisogno di coinvolgere tutti gli altri soggetti sociali, a partire dal mondo dell’associaizonismo, lo dobbiamo fare in ogni momento della nostra attività, farlo di più di quanto fatto finora».

Attenzione alle periferie

Annamaria Furlan pone anche l’accento sul valore umano: «Nelle periferie dobbiamo investire anche la nostra umanità che è quello di cui il nostro Paese ha bisogno. Anche per questo ho lanciato questa idea di un sindacato che riparte dal basso anche a Cgil e Uil perché ci sono tanti modi di viver l’unità sindacale. Credo – ribadisce Furlan - si possa partire insieme portando speranza dove non c’è e questo significa anche portare legalità, vedremo se questa idea sarà colta, vedremo se i sindacati confederali sapranno dare speranza agli ultimi, altrimenti si diventa un club di esperti che è altro. Su questo si scommette per il sindacato del futuro».

Sono dunque tanti i modi per vivere le periferie. «Anche attraverso la contrattazione – sottolinea Furlan – e fare anche in modo che l’innovazione diventi una opportunità di dare qualità al lavoro, alla vita lavorativa e alle comunità dove viviamo e se non si creerà questa possibilità si creeranno i nuovi esclusi. Attraverso la contrattazione, invece, possiamo creare le condizioni per non ascoltare più i necrologi di quanti perdono la vita sul lavoro, La contrattazione è uno strumento formidabile perché non si siano gli ultimi ma donne e uomini del lavoro, perché non ci siano giovani precari ed esclusi dal mercato del lavoro ma opportunità e tutele».

Più solidarietà

Si amplia lo spazio della solidarietà intesa dalla Cisl come contraltare alla paura e alla chiusura verso gli altri. «Crediamo - evidenzia Furlan - che una solidarietà operosa, incentrata sul lavoro e sulla dignità della persona possano ricostruire senso di comunità e di accoglienza, di integrazione ed inclusione, per dare alle persone protagonismo nel cambiamento»

Seguire e, allo stesso tempo ampliando, l’azione di quella che da sempre è la mission sindacale: contrattare e rappresentare, individuare risposte ai bisogni dei lavoratori in un mercato del lavoro che cambia sempre più velocemente.

Un contributo come sempre costruttivo quello che la segretaria generale della Cisl offre al Paese indicando l’urgenza di riforme, a partire da quella sul fisco, per ridare potere d’acquisto alle buste paga dei lavoratori, ai pensionati e ridurre il carico alle imprese.

«Non ci interessa il nome che il Governo vorrà dare a queste riforme – dice ancora Furlan – a noi interessa il risultato, ovvero equità e ridistribuzione del reddito per le fasce più». A quanti poi richiamano salari differenziati la Furlan risponde: «Sulle gabbie salariali credo che siamo proprio nell’antistorico. Quindi lascerei perdere le polemiche inutili. Dobbiamo invece focalizzare bene le priorità che sono innanzitutto un sistema fiscale che renda più pesanti le buste paga di lavoratori e pensionati di tutti gli italiani. Siamo un Paese».

E non solo. «Noi abbiamo bisogno anche di tasse zero sul secondo livello di contrattazione e sulla produttività. Questo è un buon modo di rispondere ai bisogni del Paese: stipendi più pesanti per far crescere anche le nostre imprese che al 75% lavorano per i nostri consumi interni».

La sicurezza sul lavoro

Furlan ha poi parlato anche degli ultimi incidenti sul lavoro. «La sicurezza sul lavoro è una grave emergenza nazionale che si traduce in padri di famiglia che non tornano a casa, in giovani che sul lavoro muoiono, stroncando la loro possibilità di futuro. Deve essere una priorità delle istituzioni, delle imprese, delle parti sociali, affrontando insieme le gravi responsabilità che ci sono. La stragrande maggioranza di queste morti sul lavoro è perché non si investe in maniera seria in sicurezza e prevenzione, perché non si creano le condizioni di una vigilanza vera perché siano rispettate le norme sulla sicurezza. Quindi non basta piangere o indignarsi. Bisogna soprattutto fare».

Risposte forti anche alla denuncia fatta dall’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono proprio dal palco della Conferenza Cisl dicendo che non trova personale per almeno 5- 6 mila posti di lavoro.

«L’ad di Fincantieri a proposito dei giovani ha detto una cosa di non poco conto – osserva Furlan – ha richiamato il bisogno estremo del nostro Paese a creare le condizioni affinché la disinformazione totale e una scelta culturale sbagliata ostacolino i bisogni delle nostre aziende che in prospettiva hanno bisogno, per i prossimi 3- 4 anni, di circa 300mila tecnici in più».

Agli Itis d’altra parte, aggiunge ancora Furlan, gli iscritti sono stati solo 16mila: «Perché? Manca l’orientamento alle famiglie? Non c’è dubbio ma anche un meccanismo culturale che scalzi l’idea che c’è una scuola di serie B che offre lavoro di serie B. Anche su questo occorre agire. E la Cisl continuerà a farlo con ancora più impegno e determinazione».