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È terminata poco fa nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa di Ostuni in provincia di Brindisi la cerimonia religiosa dei funerali del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, 59 anni, celebrata dall'ordinario militare per l'Italia monsignor Gianfranco Saba, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei ministro Matteo Piantedosi, dei ministri Guido Crosetto Marina Calderone, del commissario europeo Raffaele Fitto del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, di sindaci e presidenti della Province del territorio e di altri Comuni fuori provincia.
La bara, avvolta dalla bandiera tricolore, è appena uscita dalla chiesa accolta da un lungo applauso della folla. Le autorità hanno salutato i parenti la moglie eugenia Pastore, le figlie Paola e Carla e i genitori anziani del brigadiere, nativo di Cisternino ma residente a Ostuni che ha trovato la morte a Francavilla Fontana dove era effettivo al nucleo radiomobile del Comando Compagnia. Come è noto era prossimo alla pensione.
«Il nostro dovere di fare memoria è un dovere di fedeltà e riconoscenza a chiunque offra la propria vita, affinché gli insegnamenti non vadano dispersi, le esperienze, i sacrifici compiuti anche a nostro vantaggio siano sempre ricordati e siano uno sprone per una vita all'insegna del buono – ha detto monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l'Italia, nell'omelia – In un mondo lacerato da discordie e contese vi sono uomini che spendono la propria vita, offrendosi senza riserve e trovano la felicità nella via del bene. Vi è una via d'amore attraverso la quale la creatura umana può realizzare se stessa. Ai nostri occhi terreni la felicità di Carlo potrebbe sembrare lacerata, eliminata. In un certo senso è vero, perché la sua vita terrena si è conclusa ma egli ha varcato la porta della felicità eterna, quella felicità che nessuno può più togliergli, in nessuna forma e in alcun modo. Quando l'uomo cerca la propria felicità e attenta a quella dell'altro, compie un atto disumano».
Nella tarda mattinata di ieri, intanto, nell’ambito di un’operazione congiunta con i militari dell’Arma dei carabinieri, agenti della Questura di Taranto e del Comando Provinciale dei carabinieri del capoluogo jonico hanno sequestrato nella casa di Camillo Giannattasio, 57 anni, incensurato, e in un esercizio commerciale (un negozio di ferramenta) di sua proprietà numerose armi modificate e clandestine, munizioni di vario calibro, accessori utili al travisamento, telefoni cellulari, targhe di veicoli. Si tratta dell'uomo che avrebbe partecipato alla sparatoria fatale al brigadiere insieme a Michele Mastropietro, 59 anni, di Carosino, morto poi in un conflitto a fuoco successivo con le forze dell'ordine nei pressi di Grottaglie. Giannattasio è accusato dei reati di detenzione e ricettazione di armi clandestine e modificate e munizioni per armi comuni da sparo.