Only the brave. Soltanto i coraggiosi. Sì perché soltanto Sofia Goggia riesce a rendere così concreto il suo motto. Così concreto da buttarsi a capofitto sui pendii di Saint Moritz a più di cento chilometri orari con una mano così gonfia che, a vederla, non assomiglia del tutto a una mano. La sciatrice bergamasca ha infatti vinto la discesa libera sulle alpi Svizzere dopo che ieri si era fratturata primo e secondo metecarpo della mano sinistra sbattendo contro il palo di una delle porte che delimitano il percorso, finendo comunque la gara e, tanto per gradire, arrivando seconda. Avevo capito da subito l’entità della botta tant’è che subito dopo il traguardo ha detto ai tecnici «mi sono rotta una mano». Beh, qual è il problema? Pochi minuti per decidere il da farsi, altrettanti per organizzare spostamenti e sala operatoria. Attorno all’ora di pranzo di ieri è salita in auto e accompagnata dal medico Andrea Panzeri, ortopedico e responsabile della commissione medica della Fisi, ha raggiunto Milano e la clinica San Donato. Lì è stata operata, le hanno applicato una placca, viti e un tutore. Poi nel tardo pomeriggio di nuovo in auto verso Saint Moritz.

«Non so se domani sarà in grado di gareggiare - ha detto ieri sera - pochi minuti prima deciderò e vedremo come andrà». È andata che Goggia si è presentata al cancellato di partenza, ha fatto un bel respiro e si è lanciata giù, chiudendo la discesa in 1:28:53, con 43 centesimi di vantaggio sulla slovena Ilka Stuhec e 52 centesimi sulla tedesca Kira Weidle. In mezzo il pericolosissimo salto del Rominger, sul quale arriva a più di 100 chilometri all’ora e salta altissima. Ma atterra in piedi e vola fino al traguardo, poi frena alzando una nuvola di neve e bacia il tutore.

Goggia dunque vince, è prima anche nella classifica della coppa del mondo di discesa ma soprattutto non è nuova a imprese simili: alle Olimpiadi di Pechino di un anno fa vinse l’argento in discesa libera 23 giorni dopo un grave infortunio al ginocchio, con interesse del legamento crociato e microfrattura al perone. Due settimane dopo era già sugli sci, e a distanza di un’altra settimana salì sul podio delle olimpiadi cinesi. Only the brave.