“Non possiamo accollare solo sulle loro spalle tutta la responsabilità del gesto”. Parla Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis, la donna travolta e uccisa a Milano a Gratosoglio lunedì da un’auto guidata da un 13enne, con a bordo altri tre ragazzini rom tra gli 11 e i 13 anni, e rubata poco prima a turisti francesi.

Lo fa prima di entrare al funerale della madre e nel giorno in cui la polizia locale di Milano colloca tre dei minori responsabili della morte in "un luogo sicuro". Saranno portati in comunità protette con la collaborazione del pronto intervento minori del Comune di Milano. Si tratta del più grande, che guidava l'auto che ha ucciso la 71enne, del fratellino e la bambina di 11 anni. Sono in corso attività per rintracciare il quarto minore del gruppo.

Un provvedimento che è stato preso d'urgenza dall'autorità di pubblica sicurezza e d'intesa con la Procura per i minorenni perché tra mercoledì sera e nella notte le famiglie si sono allontanate dal luogo di dimora "senza comunicare le proprie intenzioni", nonostante la "buona collaborazione" resa "durante la prima fase delle indagini". I tre minori sono stati rintracciati tutti in Piemonte. I due maschi all'interno di un terreno agricolo nel comune di Beinasco, mentre la più piccola sull'A6 Torino-Savona all'altezza del casello di Fossano in direzione Ventimiglia.

A norma di legge il provvedimento civile di allontanamento dalle proprie famiglie è stato preso perché i bambini erano "moralmente e materialmente" abbandonati ed esposti "nell'ambiente familiare a grave pregiudizio e pericolo" per la propria "incolumità psicofisica". Entro 24 ore verrà trasmessa una relazione al pm per i minori che, in astratto, nei successivi 3 giorni, anche attraverso indagini e raccolta di testimonianze, potrà chiedere la revoca del collocamento o la convalida al Tribunale. Nello stesso ricorso può spingere anche per la "decadenza dalla responsabilità genitoriale" per violazione dei "doveri". Sulla convalida decide il giudice nelle successive 48 ore e nomina un curatore speciale fissando un'udienza entro 15 giorni. E' in quell'occasione che i ragazzini verranno sentiti con modalità protette.

A Gratosoglio invece è stato il giorno del lutto. Circa 200 persone hanno affollato la chiesa di Santa Barnaba, in via Feraboli 27, per i funerali. "Insieme abbiamo condiviso grandi dispiaceri ma anche momenti belli che ci aiuteranno a sopportare un dolore misto a rabbia per il fallimento del sistema e della società di cui sei stata vittima", il messaggio che i famigliari affidano alla sorella Lina. L’altra sorella, Maria, in lacrime, ha aggiunto: “Ciao, Cecilia, ti vogliamo bene”, facendo partire un lungo applauso dai presenti.

Al termine della funzione funebre il parroco don Paolo Steffano, che insieme al vicario don Davide Berocchi ha officiato il rito, ha citato Fabrizio De André e la canzone ‘Via del campo’. "Dai diamanti non nasce niente, e sappiamo come va avanti, dal letame nascono i fiori e noi qui a Gratosoglio sicuramente non abbiamo diamanti. Ma abbiamo molti fiori, non dimentichiamoli. E se non li vediamo andiamo a cercarli". "Non servono gli scatti di rabbia", ha detto il sacerdote aggiungendo che "nessuna persona è da considerare nemica" anche quando "sono imprigionate dal male". "Tanto meno bambini - ha aggiunto - ai quali è stata negata l’infanzia e per i quali possiamo solo pregare e sperare che finalmente trovino qualcuno che sappia insegnare loro l’amore che vince il male".

Don Steffano ha poi ringraziato Filippo e Gaetano, familiari della vittima, "che pur avendo il cuore gonfio non vi siete lasciati prendere, come tanti altri. Certo, un po’ di indignazione ce l’abbiamo tutti e non può non esserci" e infine ha rivolto un appello a istituzioni e privati: "Investire con continuità sulla povertà educativa, sulla scuola, sulle associazioni sportive, le cooperative di quartiere, sulle parrocchie".
(Francesco Floris – LaPresse)