Il dibattito sull'intervento a protezione della Global Sumud Flotilla, la flotta internazionale diretta a Gaza con aiuti umanitari, si accende in Italia con la ferma presa di posizione del Governo.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha risposto alla portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, riguardo presunte ingerenze governative: «Prendo atto di ciò che mi ha detto. Ogni tanto ci sono delle cose che si fanno per politica o per necessità di comunicazione, a me interessa il risultato, ovvero preservare la vita di chiunque». Crosetto ha aggiunto di aver incontrato la Delia, la quale «non mi ha detto nulla - anzi ha ringraziato per quello che il governo ha fatto in questi giorni e l'attenzione con cui il governo tutela dei cittadini italiani che stanno esercitando il loro diritto a portare avanti delle idee».

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiarito in modo inequivocabile i limiti dell'intervento italiano: «Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza [della Flotilla] ma non possiamo fare ciò che è impossibile fare... Dicono che non basta quello che facciamo, ma noi abbiamo fatto tutto ciò che è possibile. Non possiamo certamente però mandare la Marina militare a forzare il blocco di Israele. Dobbiamo preoccuparci anche della sicurezza dei nostri marinai».

Tajani ha poi ribadito il concetto: «La nostra ambasciata e il nostro consolato sanno già quello che devono fare in caso di necessità. Possiamo soccorrerli, aiutarli, ma è escluso che la Marina militare italiana entri in conflitto con quella israeliana. Non possiamo scatenare una guerra tra Italia e Israele, quindi è una questione di responsabilità di tutti. Non possiamo mettere a repentaglio la vita dei marinai italiani».

La Missione e la pressione internazionale

La Flotilla si trova attualmente a 270 miglia nautiche da Gaza, con un arrivo stimato tra 3 giorni. L'ingresso nell'area ad alto rischio, dove le precedenti missioni sono state intercettate, è previsto tra appena 1,5 giorni. La Flotilla, pur avendo dovuto evacuare in sicurezza l'imbarcazione Johnny M per una perdita nella sala motori, assicura che questo «non causerà ritardi significativi alla nostra missione».

La sicurezza della missione è oggetto di forte pressione internazionale. La deputata statunitense Rashida Tlaib, insieme ad altri 18 membri del Congresso, ha firmato una lettera chiedendo all'Amministrazione Trump di garantire il passaggio sicuro della flottiglia. I legislatori hanno scritto: «Qualsiasi attacco alla Global Sumud Flotilla o al suo equipaggio civile è una chiara e palese violazione del diritto internazionale».

Il sindaco di Genova Silvia Salis ha rilanciato l'invito alla cautela del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ma ha anche chiesto di «fermare i traffici di armi per Israele nei nostri porti». La sindaca ha denunciato la «folle azione militare di Israele, ormai da tempo, non ha più neanche quello. È fuori da ogni regola del diritto umano».

La mobilitazione civile e l'ultimatum CGIL

La Global Sumud Flotilla è supportata da un'ampia mobilitazione civile a terra, come il presidio permanente in piazza Matteotti a Bergamo in corso da 29 giorni, che chiede alle istituzioni di «fermare l'azione del regime sionista di Israele e garantire la protezione della flotilla, in nome del diritto internazionale».

La portavoce italiana, Maria Elena Delia, si è scagliata contro l'ultima proposta di pace, attribuita al presidente americano Donald Trump, che implicherebbe il trasferimento dei palestinesi: «Nessuna proposta di pace dovrebbe basarsi sull'espulsione dalla propria terra di una popolazione».

Il fronte sindacale si fa minaccioso: l'Assemblea Generale della CGIL ha dato mandato alla Segreteria di proclamare lo sciopero generale tempestivo per tutte le categorie «in caso di attacchi, blocchi o sequestri delle imbarcazioni e materiali della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla».