Situazione limite per le Agenzie Fiscali a causa di carenze organizzative e dei ritardi nel rinnovo dei vertici dirigenziali. Ecco perché i 40 mila dipendenti delle Agenzie delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli hanno bloccato ieri per due ore tutti gli uffici con assemblee a sostegno delle loro rivendicazioni, a partire dal mancato pagamento del salario di produttività negli ultimi due anni nonostante il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle convenzioni con il Ministero dell’Economia.

Una protesta chiamata Fisco Day dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp unite “a difesa di un fisco giusto, del diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini e per recuperare davvero l’evasione fiscale”. Prossimo appuntamento il 6 febbraio a Roma davanti al ministero dell’Economia e delle Finanze per la manifestazione nazionale dei dipendenti delle Agenzie Fiscali sostenuta con altre iniziative nelle principali città.

Pieno sostegno della Cisl come ribadito ieri dalla segretaria generale Annamaria Furlan: «La lotta all’evasione si fa valorizzando la professionalità di questi lavoratori, garantendo stipendi adeguati, coprendo i buchi di organico e con la giusta progressione di carriera. La stessa richiesta al Governo che viene oggi da tutti i comparti pubblici, a cominciare dal settore della sanità». Una situazione grave quella vissuta e più volte denunciata in questi mesi dai dipendenti delle Agenzie Fiscali che da troppo tempo vivono una carenza di personale tale da non consentire più nemmeno la gestione dei servizi essenziali. Una vera inversione di rotta quella necessaria per superare un’organizzazione obsoleta in cui la politica deve riuscire ad essere più incisiva diventando un interlocutore efficace. Soprattutto in vista della sfida da affrontare con l’entrata in vigore delle nuove norme anti- evasione previste dalla Legge di Bilancio che da previsione porterebbero nelle casse dello Stato 3 miliardi di euro. Sfida che allo stato attuale è ben lungi dall’essere realizzabile. Basti sapere che dal 9 dicembre scorso non c’è il direttore generale all’agenzia delle entrate e il suo ruolo al momento è ricoperto, solo per l’ordinaria amministrazione, da un vicario. Situazione che ha messo in stallo i piani operativi e fermato pure il rinnovo di più di 2.600 funzionari intermedi che si occupano di servizi alle imprese e ai contribuenti. Ma non basta.

L’attuale vicario il prossimo 31 gennaio andrà in pensione e l’Agenzia rimarrà completamente senza vertice. «La mobilitazione dei colleghi delle Agenzie Fiscali è stata un primo, importante, segnale che abbiamo mandato al Governo – spiega Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp – per manifestare la necessità di rilanciare i servizi di un’Agenzia imprescindibile presidio di legalità e di lotta all’evasione nel nostro Paese che può operare in maniera funzionale solo ristabilendo prima di tutto la governance dell’Ente». Inoltre Petriccioli sottolinea come «i lavoratori dell’agenzia lavorano da anni con organici fortemente ridotti, senza sviluppi di carriera e senza una adeguata valorizzazione economica. Se non avremo risposte proseguiremo nella mobilitazione».