La procura di Parigi non ha molti dubbi, con buona pace dei dietrologi: il rogo della cattedrale di Notre- Dame è stato un incidente, un tragico incidente. Nessun attacco terrorista, nessuna volontà di distruzione, nessun atto vandalico, soltanto la mano invisibile e crudele del caso. Ma ci sono ancora molte domande che attendono risposta. Da dove è partito il primo focolaio dell’incendio? Perché i vigili del fuoco hanno impiegato così tanto tempo per intervenire? Quanti sono i danni effettivi e quanto ci vorrà per terminare la ricostruzione?

Il procuratore Rémy Heitz ha aperto un’inchiesta per “danneggiamento colposo” e ha stabilito gli interrogatori dei dipedenti delle cinque società che si stavano occupando del restauro della cattedrale: l’ipotesi più accreditata è che il rogo sia partito da una saldatura. Allo stesso tempo Heitz ha ricostruito in conferenza stampa la dinamica dei soccorsi: «C'è stato un primo allarme alle 18.20 ma non è stato constatato alcun principio di incendio. Alle 18.43 il secondo allarme e in quel caso è stato constatato un incendio a livello della struttura di legno che sosteneva il tetto».

Dopo aver lottato per tutta la notte contro le fiamme i pompieri sono per fortuna riusciti a salvare la struttura; se la grande guglia e il tetto sono andati distrutti, la navata centrale ha tenuto, mentre la gran parte delle opere d’arte è stata messa in salvo grazie all’intervento di una ventina di loro che ha combattuto il fuoco entrando dentro la chiesa e rischiando seriamente la propria vita.

Intanto è partita la corsa delle donazioni per ricostruire più in fretta possibile il capolavoro dell’architettura gotica, tra vip, industriali e istituzioni nella sola giornata di ieri sono stati raccolti 600 milioni di euro, cifra destinata a lievitare nei prossimi giorni anche se gli esperti dicono che ci vorranno alemno 10 anni per restituire Notre- Dame al suo splendore.