Guardando alle elezioni di Midterm di novembre e forse già a quelle presidenziali del 2024, Donald Trump torna sui social ad oltre un anno dal bando di Facebook, Twitter e Youtube per i suoi post incendiari legati all'assalto del Capitol. Da lunedì lancia sulla App Store di Apple la sua nuova piattaforma: Truth, ossia verità, anche se non è proprio questa la specialità del tycoon, accusato invece di falsificare o manipolare la realtà a suo uso e consumo, come nella narrativa delle «elezioni rubate». Ma ai suoi occhi il nuovo social servirà a combattere la «tirannia», la «censura» e la «cancel culture» di Big Tech e Big media. «Viviamo in un mondo dove i talebani hanno una enorme presenza su Twitter, mentre ancora il vostro presidente preferito viene silenziato. Questo è inaccettabile!», aveva spiegato in ottobre. «Non ci si può fidare di un piccolo gruppo di potenti che la pensano tutti uguale e che sperano di far tacere tutti coloro che la pensano diversamente», aveva aggiunto, dicendosi «determinato a spezzare la loro presa sui media, sulla tecnologia e l'intrattenimento». «Sono probabilmente l'unico in America con le risorse, l'esperienza e il desiderio di farlo», aveva aggiunto. Il lancio di "Truth" è stato confermato dal post di un dirigente del network in risposta alla domanda di un utente della versione di prova, tra cui un prete cattolico. Le caratteristiche emulano quelle di Twitter, l'ex social preferito di Trump, con la possibilità in futuro di messaggi diretti, notifiche e blocco utenti. Dietro la nuova piattaforma c'è la Trump Media & Technology Group (Tmtg), guidata dal controverso ex deputato repubblicano Devin Nunes, che da capo della commissione intelligence della Camera cercò di aiutare il tycoon nel Russiagate. Ma la Sec, l'equivalente della Consob italiana, ha già acceso i fari sulla sua fusione con la Digital World Acquisition Corporation per una rapida quotazione in Borsa, dopo che le due società hanno annunciato che alcuni non meglio precisati investitori istituzionali si sono impegnati a versare un miliardo di dollari per varare il progetto. Nel loro portafoglio potrebbero entrare piattaforme che si stanno posizionando come campioni della libertà di espressione, tra cui Parler, Gettr e Rumble, ben lontani però dalla popolarità dei social mainstream. «Truth» dovrebbe diventare il punto di riferimento della destra conservatrice e fornire nuovamente a Trump un megafono per rafforzare la sua presa sul partito repubblicano, preparando il terreno per una sua ricandidatura alla Casa Bianca. Un ritorno sulla scena politica su cui però incombono le inchieste giudiziarie e parlamentari: dal suo tentativo di ribaltare il voto, anche con l'assalto al Congresso, alle presunte frodi della sua holding, per le quali sarà costretto a deporre insieme a due figli. (ANSA).