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pifferi alessia
«La giustizia nega il diritto di difendersi con le prove, come se le neuroscienze fossero qualcosa che può entrare nel processo solo per valutare l’infermità mentale quando invece studiano i percorsi cognitivi e l’intenzionalità di tutte le attività umane». Lo afferma all’Adnkronos l’avvocato Solange Marchignoli che insieme al collega Luca D’Auria difende la donna accusata dell’omicidio aggravato della figlia Diana, morta di stenti a soli 18 mesi «La difesa di Alessia Pifferi non può arrendersi di fronte all’ennesimo diniego finalizzato a capire cosa sia successo nel cervello della propria assistita. È troppo facile chiudere la partita bollando Alessia come un mostro, bruciandola sul rogo mediatico». Parole pronunciate dopo che il gip di Milano Fabrizio Filice ha respinto (nuovamente) l’istanza in cui i legali chiedevano l’accesso al carcere di due consulenti tecnici per un accertamento neuro-psichiatrico della donna.