Ennesima udienza rinviata per sapere se le condizioni di salute di Marcello Dell’Utri siano o no compatibili con il regime carcerario. Sia la difesa che la Procura, concordemente, hanno richiesto un rinvio, perché i periti, nominati in estate dal tribunale di sorveglianza di Roma, non hanno rispettato il termine di deposito. «Per conoscere bene i corposi atti che sono stati depositati in ritardo e per fare bene il lavoro fino in fondo – spiega Alessandro de Federicis, il legale di Dell’Utri -, siamo stati costretti a chiedere il rinvio». Un rinvio di un altro mese: la prossima udienza sulla scarcerazione dell'ex senatore non ci sarà prima del 5 dicembre. Ricordiamo che il medico legale Alessandro Fineschi e il cardiologo Luciano De Biase, i periti nominati dal tribunale, lo scorso 29 settembre hanno chiesto e ottenuto una proroga per completare tutti gli accertamenti medici e terminare l’esame della documentazione clinica.

Resta quindi ancora in sospeso la decisione del Tribunale sull’istanza di ammissione alla detenzione domiciliare per motivi di salute. Sì, perché Marcello Dell’Utri si trova in uno stato di salute preoccupante. E a denunciarlo non sono solo i legali e i familiari, ma anche il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma quando, a giugno, visitò il reparto G14 del carcere di Rebibbia, la cosiddetta infermeria. E tra i detenuti ricoverati c’era – e si trova tuttora - anche Dell’Utri, da tempo ospite della sezione. Il Garante aveva espresso «seria preoccupazione per le condizioni evidenziate in atti documentali» e auspicato che ogni decisione in merito al suo caso, da parte della Magistratura di sorveglianza, «non andasse al di là di tempi ragionevoli, al fine di tutelare, qualunque sia la forma che verrà decisa, la sua salute, che referti medici riportano come particolarmente critica».

Da tempo si era parlato di incompatibilità con il carcere per le sue precarie condizioni fisiche. Per questo motivo, un anno fa, i legali dell’ex senatore avevano depositato in tribunale una dettagliata istanza per chiedere l’incompatibilità del loro assistito con la detenzione carceraria. Solo che il tribunale di sorveglianza si era riunito per la prima volta a settembre del 2016 e, tra un’udienza rinviata e l’altra, Dell’Utri è ancora in attesa della decisione. Marcello Dell’Utri sta scontando una condanna per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa arrivata dopo un procedimento interminabile, cominciato nel ‘ 94 e concluso nel 2014. La sua carcerazione era stata criticata, considerata una forzatura per le stesse ragioni con le quali la giustizia europea aveva stabilito che Bruno Contrada non andava condannato per concorso esterno, perché all’epoca dei fatti il reato «non era sufficientemente chiaro». A maggio del 2016, l’ex senatore, dal carcere duro di Parma fu trasferito a quello romano di Rebibbia. Dopo l’arrivo nella capitale, Dell’Utri era stato aggredito da una violenta setticemia, causata da un’infezione alle vie urinarie, e la sua salute era precipitata. Si era temuto per la sua vita e così si era reso necessario il ricovero in ospedale, al Sandro Pertini. Qui Dell’Utri è rimasto per quasi un mese finché non si è ripreso. Poi è tornato a Rebibbia.