"Cura Salva Italia", in Cdm una nuova misura per ridurre il sovraffollamento nelle carceri
Si recupererebbe il modello operativo già sperimentato con la legge 26 novembre 2010 n. 199, che prevede la possibilità di eseguire le pene detentive di durata non superiore a diciotto mesi in luoghi esterni al carcere
Il decreto in via di approvazione da parte del consiglio dei ministri conterrebbe anche l’utilizzo di una misura deflattiva per ridurre il sovraffollamento penitenziario, utile per garantire una gestione sanitaria sostenibile per far fronte all’emergenza coronavirus. Si recupererebbe il modello operativo già sperimentato con la legge 26 novembre 2010 n. 199, che prevede la possibilità di eseguire le pene detentive di durata non superiore a diciotto mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena, in luoghi esterni al carcere. Parliamo del cosiddetto Svuotacarceri, che però farebbe uscire poche migliaia di detenuti. Rispetto ai condannati minorenni, sempre nel decreto in via di approvazione, si è ritenuto necessario specificare che l’ufficio servizio sociale minorenni territorialmente competente in relazione al luogo di domicilio, in raccordo con l’equipe educativa dell’istituto, provvederà alla successiva redazione di un programma educativo secondo le modalità indicate dall’articolo 3 del decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121.
I magistrati di sorveglianza
Nel frattempo interviene il Conams, il coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza. Di fronte alla drammatica pandemia del Coronavirus ed ai rischi incombenti di una sua diffusione nel sistema penitenziario, per altro già provato dal cronico sovraffollamento e dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria e flagellato dalle gravissime sommosse che hanno devastato molti Istituti penitenziari italiani, il Conams si fa interprete dell’alta responsabilità cui è chiamata la Magistratura di sorveglianza “nell’esercizio rigoroso, prudente e coraggioso delle proprie funzioni, nella garanzia della legalità penitenziaria e della salvaguardia dei diritti fondamentali dei detenuti, primo fra tutti quello alla salute, nella tutela della sicurezza pubblica e nel governo delle misure alternative alla detenzione, recando il proprio contributo istituzionale e personale al fine di fronteggiare tali gravissime emergenze nella collaborazione con le altre Autorità dello Stato”. Il coordinamento dei magistrati rappresenta, quindi, “con accorata e vivissima preoccupazione l’estrema precarietà delle condizioni di operatività dei Tribunali e degli Uffici di sorveglianza, già ordinariamente con piante organiche ridotte, ormai allo stremo delle forze, con gravissime difficoltà di garantire perfino gli affari urgenti e con fenomeni crescenti di burnout del Personale addetto a tali Uffici”. Inoltre il Conams ravvisa la necessità dell’adozione urgente di misure serie e celeri di prevenzione e di contenimento della diffusione virale negli Istituti penitenziari, “nella consapevolezza della maggiore velocità del contagio negli universi concentrazionari, della mancanza strutturale degli spazi necessari all’isolamento sanitario e alla cura ospedaliera delle persone contagiate e dei rischi di rebound del contagio penitenziario sull’intero sistema nazionale e sulla salute collettiva dei cittadini”. Nella prospettiva - di esclusiva competenza delle Autorità politiche - di un piano ragionato, ordinato e non indiscriminato di scarcerazioni che almeno riporti il sistema penitenziario entro la sua capacità regolamentare, con strumenti ordinari e straordinari sia nel campo delle misure cautelari sia in quello delle misure alternative alla detenzione, i magistrati di sorveglianza avvertono “la stringente necessità di urgentissime provvidenze di eccezionale sostegno ai settori giurisdizionali che sovraintendono a tali misure, con destinazione mirata di personale magistratuale e amministrativo, di tecnologie telematiche e informatiche che consentano la gestione, anche da remoto, dei relativi procedimenti e con potenziamento delle Equipe di osservazione e trattamento, degli Uffici di esecuzione penale esterna e degli Uffici dedicati delle Forze dell’Ordine chiamati all’espletamento istruttorio, in modo snello ed efficace, delle verifiche e delle indagini necessarie ai fini delle decisioni ponderate e rapide nell’interesse individuale e collettivo di tutela della salute pubblica e della sicurezza nazionale”.