Reciprocità tra Lazio e Sardegna nell'effettuare i tamponi, con test in Sardegna per chi lascia l'isola e test nel Lazio per chi parte per la Sardegna. È questa, secondo quanto apprende la soluzione alla quale starebbero lavorando i tecnici delle due regioni con la mediazione del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. L'intesa prevederebbe che il Lazio si faccia carico dei tamponi e test per garantire la sicurezza di chi arriva, così come giá avviene a Ciampino e Fiumicino, mentre da parte della Sardegna c'è stata l'immediata disponibilità per la ricerca di una soluzione che garantisse la sicurezza di tutti. Il modello di accordo potrebbe essere replicato anche con le altre regioni in caso fosse necessario. Lo scontro tra Roma e Cagliari Meno di tre mesi fa, sotto gli sguardi di un'Italia attonita, sfiancata da mesi di lockdown e ansiosa di andare in vacanza dal virus, si consumava uno psicodramma che vedeva opposti da una parte i lombardo-veneti e dall'altra parte le Isole maggiori sull'opportunita' o meno di ospitare sulle spiagge sarde e siciliane turisti provenienti dalle aree piu' duramente colpite dall'epidemia. Ora, a vacanze quasi concluse, la scena si ripete, ma a parti invertite e con un nuovo protagonista, la Regione Lazio. In buona sostanza, dopo un paio di mesi di spiaggia, feste e qualche eccesso nelle localita' turistiche della Sardegna, il Lazio teme i contagi di ritorno e a dare voce a tutta la preoccupazione della Regione e' l'assessore alla Sanita' che lancia un candido appello "affinche' la Regione Sardegna possa fare i test agli imbarchi" per evitare "il propagarsi del contagio all'interno delle navi e dei traghetti, che sarebbe complicato rintracciare successivamente". Il riferimento e' alla rotta Olbia-Civitavecchia, la piu' battuta dai vacanzieri che non ne hanno voluto sapere di limitare bagni di sole e di mare al litorale laziale e ora - e' il timore di Alessio D'Amato - tornano carichi di virus in una regione che, tutto sommato, nei momenti peggiori se l'e' cavata abbastanza bene. A dargli manforte arriva il presidente della Regione e leader del Pd, Nicola Zingaretti: "il Ministero della Salute e la Regione Sardegna devono urgentemente predisporre controlli con tampone agli imbarchi dei traghetti" scrive in una nota. E a sostegno della sua richiesta cita dati secondo cui "i positivi asintomatici agli sbarchi sono moltissimi, ma coloro che vengono eventualmente contagiati in viaggio non e' possibile intercettarli allo sbarco perche' il contagio siargli ragione sembra venire il caso di Bracciano dove 12 ragazzi di ritorno dalla della movida di Porto Rotondo sono risultati positivi e dal quale D'Amato prende spunto per rincarare la dose: "Ci aspettiamo un notevole incremento dei casi legato ai rientri soprattutto dalla Sardegna. Ribadisco la necessita' di fare i test rapidi antigenici agli imbarchi". I dati sul contagio nella regione sono effettivamente preoccupanti: record di nuovi casi dall'inizio dell'epidemia con 215 (ma zero decessi), di cui il 61% sono link di rientro. Dai e dai, a Cagliari finiscono per perdere la pazienza: "Forse, sarebbe il caso che facessero loro i tamponi agli imbarchi da Civitavecchia per la Sardegna e non il contrario, perche' la nostra Isola era 'pulita'" dice all'AGI l'assessore regionale della Sanita' Mario Nieddu, "Ricordo anche all'onorevole Zingaretti che i ragazzi romani che sono ritornati positivi nel Lazio, non si sono sicuramente infettati in Sardegna, ma probabilmente prima di arrivare qui si sono girati mezza Europa, in posti a rischio. Sono loro che hanno portato nell'Isola in virus e non il contrario". Per poi rincarare: "Quando noi avevamo chiesto di fare quest'operazione ci hanno presi in giro, a cominciare dai 'compagni' di Zingaretti, ma anche illustri e autorevoli esponenti del governo. Adesso che, invece, lo propongo loro, pensano che sia una genialata". A questo punto D'Amato decide di scendere a piu' miti consigli e di cercare una mediazione. "La reciprocita' e' la migliore tutela per i turisti" dice, "test rapidi antigenici, quelli validati dallo Spallanzani che stiamo utilizzando negli aeroporti romani e che danno una risposta in 30 minuti, agli imbarchi da e per la Sardegna sono tecnicamente la soluzione piu' efficace per garantire che positivi asintomatici non viaggino in maniera promiscua sulle navi. Nessuna polemica con la Sardegna, ma solo una collaborazione per la tutela della salute pubblica e per garantire la sicurezza della stagione turistica che e' ancora lunga". ( manifesta solo dopo alcuni giorni". a la miccia e' stata innescata da troppo tempo e l'esplosione a catena coinvolge personaggi dello spettacolo e della politica. Su tutte si leva la voce di Rita Dalla Chiesa che scende in campo in difesa della Sardegna. "Basta aggredirla" tuona, "Siete andati tutti li' in vacanza perche' sapevate che era uscita 'pulita' dal Covid. E voi, con la vostra incoscienza, l'avete infettata. Siete voi gli unici colpevoli. Se l'aveste rispettata la gente avrebbe potuto continuare a lavorare...", scrive la giornalista e conduttrice televisiva in un accorato post su Twitter. Ma c'e' chi va oltre, come Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, che annuncia di aver presentato denuncia "contro il Governo Conte per epidemia colposa affinche' vengano accertate le responsabilita' dell'esecutivo sul 'no' ai tamponi prima delle partenze verso la Sardegna". "Spero che il governo centrale non consideri noi sardi untori, al piu' vittime di contagi non provenienti dalla nostra isola, e che inizi un dialogo costruttivo con il presidente e la giunta regionale della Sardegna, senza imposizioni o voltandosi dall'altra parte" incalza la consigliera regionale della Lega Salvini Sardegna, Sara Canu. E intanto parlano i numeri: sono 44 i nuovi casi di coronavirus in Sardegna. Complessivamente, dall'inizio dell'emergenza, sono stati registrati 1.653 i casi di positivita' al Covid-19. Oggi, non e' stato comunicato alcun nuovo decesso: le vittime restano 134.