Il presidente ucraino Zelensky ha cancellato ieri a sorpresa all’ultimo minuto il suo intervento davanti ai senatori Usa per perorare la necessità di dare nuovi aiuti all’Ucraina.

Doveva spiegare a porte chiuse ai parlamentari lo stato della guerra e «cosa c’è in gioco», come aveva anticipato nei giorni scorsi il presidente Joe Biden. Invece ha dato forfait e nessuno ha dato spiegazioni. «Qualcosa è saltato all’ultimo minuti», si è limitato a dire il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer.

I nuovi finanziamenti (60 miliardi per Kiev) sono bloccati da settimane al Congresso e la Casa bianca li ha inseriti in un unico disegno di legge che prevede anche finanziamenti per Israele, per la sicurezza al confine con il Messico e per Taiwan. I repubblicani, contrari agli aiuti a Kiev, vorrebbero votare separatamente ogni passaggio e alcuni vorrebbero collegarli a nuove riforme per “chiudere” ulteriormente il confine meridionale (per esempio, modificando il diritto di asilo per chi entra per questioni umanitarie), misura che i democratici hanno già respinto.

Il braccio di ferro è un ulteriore segnale che, dopo 650 giorni di guerra, gli Stati Uniti cominciano a mostrare segnali di stanchezza. A sostenere la causa di Kiev, sono arrivati a Washington gli uomini di Zelensky: il ministro della Difesa, Rustem Umjerov, il presidente del Parlamento, Ruslan Stefanchuk, e il braccio destro del presidente, Andrei Yermak. Stefanchuk ha incontrato il presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson: «Gli ho spiegato - ha detto - che la velocità dell’avanzata dei soldati ucraini sul fronte dipende dalla velocità della fornitura di armi all’Ucraina».

Il presidente del Parlamento ucraino ha inoltre insistito sulla «disponibilità» dell’Ucraina ad attuare tutte le riforme necessarie per ridurre la corruzione e rafforzare lo stato di diritto (proprio queste lacune sono uno degli argomenti dei repubblicani che si oppongono a continuare l’invio di denaro e armi a Kiev). Mentre il ministro della Difesa, Rustem Umjerov, cerca di concludere accordi con le società americane della difesa che consentano all’Ucraina di rafforzare la propria capacità di produrre in autonomia le armi.