"Agenda condivisa per una azione globale per ricostruire meglio": è il nome del documento elaborato al termine del vertice (il primo dallo scoppio della pandemia) dei capi di Stato e di governo del G7 svoltosi a Carbis Bay, in Cornovaglia, sotto la presidenza britannica. In 25 pagine le conclusioni di tre gioni di lavoro su vaccini, Recovery, clima e multilateralismo. I punti principali del documento sono sostanzialmente sei:  1) l'impegno a fermare la pandemia di Covid-19 vaccinando il più presto possibile il mondo intero;   2) la ripresa delle economie dopo la crisi pandemica con i piani di Recovery sostenuti dai governi; 3) il ritorno al multilateralismo con le riforme del sistema commerciale internazionale e con gli accordi sulla tassazione delle multinazionali; 4) la "Rivoluzione Verde", con l'impegno condiviso al rispetto dell'Accordo di Parigi, alla neutralità climatica entro il 2050 e alla riduzione di almeno il 50 per cento delle emissioni climalteranti entro il 2030, a cui si aggiunge l'obiettivo di proteggere almeno il 30% degli habitat terrestri e marini, sempre entro il 2030; 5) un rafforzamento del partenariato del G7 con le altre economie, in particolare un "nuovo patto" con l'Africa; 6) l'affermazione dei valori condivisi di democrazia, libertà, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e parità di genere. I sei punti significano, quindi, il rinnovato impegno nella lotta al cambiamento climatico, oltre un miliardo di dosi di vaccino anti-Covid promesse ai Paesi poveri, ma anche lesortazione alla Cina a rispettare diritti umani, libertà e autonomia, con un esplicito riferimento a Xinjiang, Hong Kong e Taiwan; e ancora la richiesta di una nuova indagine sulle origini della pandemia di coronavirus. Quello di  Carbis Bay è il vertice che segna il «ritorno dellAmerica al tavolo», come si sono affrettati a celebrare tutti i presenti, dopo lesperienza di Donald Trump che degli appuntament imultilaterali era strenuo oppositore e non lo nascondeva. Il presidente Usa, Joe Biden, al primo viaggio allestero, è arrivato con la precisa intenzione di rassicurare gli alleati espingerli al contempo verso una posizione più dura nei confronti della Cina, per contrastare il minaccioso espansionismo di Pechino sul piano economico ma anche ideologico-morale. Biden  si è detto «soddisfatto» del linguaggio adottato nel comunicato finale nei confronti della Repubblica popolare: anche se più morbido di quanto lamministrazione Usa voleva. Non è mancato un riferimento a «limportanza della pace e della stabilità lungo lo Stretto di Taiwan», insieme alla richiesta di «uninchiesta tempestiva e trasparente sulle origini del Covid, anche in Cina». La reazione di Pechino non si è fatto attendere e un portavoce dell'ambasciata cinese a Londra ha affermato che sono finiti i tempi di quando «un piccolo gruppo di Paesi» poteva decidere i destini del mondo. «Noi crediamo che i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo debbano essere gestiti attraverso la consultazione tra Paesi». Per tre giorni si è tentato di trovare un compromesso tra la "offensiva" Usa, sostenuta da Regno Unito, Canada e Francia, e la posizione più cauta e di Germania e Italia, convinti che esistano temi, come il clima, sui quali la rivalità - economica e ideologica - con la Cina debba lasciare il posto alla cooperazione. Un equilibrio precario ma necessario: come ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, «dobbiamo cooperare in vista del G20, della lotta ai cambiamenti climatici, della ricostruzione del mondo dopo la pandemia. Ma lo faremo in maniera franca, dicendo qual è la nostra visione del mondo. Il presidente Biden al G7 ha voluto ricostruire le alleanze tradizionali degli Usa», dopo la presidenza Trump, «in cui erano state seriamente incrinate». Per Boris Johnson, è stata la prima passerella internazionale dopo aver traghettato il Regno Unito fuori dallUe. Rispondendo a una domanda sulla Brexit Mario Draghi ha chiarito: «Biden ha detto una cosa molto importante proprio allinizio del G7 che lui è un convinto sostenitore dellUe, lo ha detto davanti a Boris Johnson che ha capito come si pongono gli Stati Uniti rispetto alla amministrazione precedente, cè una grossissima differenza». Draghi ha comunque chiarito: ha chiarito, «non è stata una nota stonata perché non è stato tema di discussione. Brexit è un negoziato non si sa come andrà a finire, cè limpressione di una scarsa collaborazione, per il Regno Unito è una questione integrità della nazione. Comunque durante il G7 non se ne è mai parlato se non per la frase di Biden». Johnson ha celebrato gli impegni assunti contro il Covid e le future pandemie nella dichiarazionedi Carbis Bay, la promessa di portare 40 milioni di nuove alunne a scuola nei prossimi cinque anni e di proteggere il 30 per cento della Terra e degli oceani dalla distruzione entro il 2030 con il Nature Compact, sono stati presi di mira da organizzazioni umanitarie e ambientaliste.