La linea della prudenza si assottiglia ogni giorno di più e, nonostante gli inviti a evitare ogni forma di escalation militare con la Russia, il sostegno dei leader occidentali a Kiev sta varcando una nuova pericolosa frontiera. Il presidente francese Macron all’uscita dell’incontro bilaterale con il cancelliere Scholz nel castello di Meseberg ha in tal senso infranto un ulteriore tabù, spiegando che autorizzerà l’esercito ucraino a colpire obiettivi in territorio russo utilizzando armamenti francesi: «Dobbiamo permettere agli ucraini di neutralizzare i siti militari da dove partono i missili che si abbattono sulle loro città».

Secondo l’Eliseo questo salto di qualità nel conflitto con Mosca sarebbe giustificato dai radicali cambiamenti di tattica militare dell’armata russa osservati nella recente campagna di bombardamenti su Karkiv, lanciata non più dai territori occupati ma direttamente dal suolo russo: «Non si può dire a Kiev che non ha il diritto di colpire le basi da dove partono i razzi russi, a cosa serve dargli le armi se poi non possono usarle per difendersi?». Pur con uno stile più cauto anche il cancelliere Scholtz ha aperto alla possibilità che i carri e i blindati consegnati dai tedeschi partecipino a operazioni su siti militari russi: «Come prevede il diritto internazionale l’Ucraina può difendersi, questo dobbiamo dirlo chiaramente». Anche i paesi baltici e soprattutto la Polonia sostengono che le armi donate a Kiev debbano essere impiegate senza limitazioni: «Non esistono restrizioni di questo tipo sulle armi polacche fornite all’Ucraina», ha detto il viceministro della difesa di Varsavia Cezary Tomczyk, alla radio Zet. Molto più tiepide (per ora) l’Italia e la Spagna, contrarie all’impiego di armi europee in territorio russo.

Un altro segnale importante sul cambio di passo della strategia alleata proviene da oltreoceano. Secondo quanto rivela il Washington Post anche l’amministrazione Biden sta prendendo in considerazione l’idea di revocare a Kiev i limiti all’uso di armi a americane a corto raggio per attaccare il territorio della Federazione russa, il che sarebbe dovuto alle indubbie conquiste militari di Mosca avvenute negli ultimi mesi e all’evidente affanno con cui l’esercito di Kiev prova a fermarne l’avanzata. Il quotidiano della capitale Usa spiega che a sostenere con convinzione questa linea ci sarebbe il segretario di Stato Antony Blinken che avrebbe cambiato idea dopo la sua visita a Kiev, dove aveva avuto i resoconti di prima mano sull’andamento dell’offensiva russa nell’est del Paese.

Ma se le eventuali iniziative di Casa Bianca e Pentagono sono rivolte alle esigenze e alle contingenze della guerra in Ucraina, l’intesa franco-tedesca prefigura una vera e propria strategia militare europea rispetto ai conflitti futuri.

Scholz, annunciando l’invia di nuovi aiuti all’Ucraina, ha spiegato da parte sua che Germania, Francia e Regno Unito sono pronti a collaborare per sviluppare insieme nuove tecnologie di difesa comune. Un progetto strategico a lungo termine per gli europei ancora troppo dipendenti dagli aiuti statunitensi e troppo divisi sulla linea da seguire.

In particolare è in cantiere un ambizioso programma di scudo antimissile – che si chiamerà “Sky Shield” – sulla falsariga dell’Iron Dome israeliano che la Germania ha proposto di porre sotto il controllo della Nato. Se la Francia non sembra voglia partecipare in modo diretto al progetto in quanto ritiene uno scudo sufficiente le proprie armi nucleari, Macron ha sempre sostenuto l’idea di una difesa europea autonoma dagli Stati Uniti e in parte dalla stessa alleanza atlantica.

Nel suo discorso alla Sorbona del 25 aprile aveva parlato a più riprese di questa necessità, di strutturare la difesa del continente, senza la quale non ci sarà mai un «Europa politica». Lo scudo proposto dai tedeschi e caldeggiato dai paesi dell’est Europa più vicini ai confini russi e quindi più esposti alle rappresaglie è stato in ogni caso salutato con piacere dal presidente francese: «L’iniziativa di Berlino ha il merito di porre questa domanda in un modo che è del tutto rilevante per tutti i paesi che non hanno sufficiente capacità di deterrenza».

Macron ha poi detto che ci saranno nuovi annunci sul sostegno militare a Kiev e che parlerà il prossimo sei giugno in occasione della visita in Francia di Volodymyr Zelenski per gli 80 anni dallo sbarco in Normandia.