I medici che sconsigliano le vaccinazioni, infrangono il codice deontologico. E rischiano sanzioni, fino alla radiazione. A decidere saranno gli Ordini provinciali dei camici bianchi, sulla base delle indicazioni del documento della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) sui vaccini, approvato all’unanimità lo scorso 8 luglio e presentato ieri a Roma."Nel codice deontologico - spiega il segretario della Fnomceo, Luigi Conte - ci sono articoli precisi che invitano i medici a non sottrarre i pazienti a cure efficaci e scientificamente validate. Il codice è molto chiaro su questo. E le vaccinazioni rappresentano un principio fondamentale di sanità pubblica, di tutela della salute del singolo e della collettività, che è dovere del medico".Fissando nero su bianco questi principi nel Documento sui vaccini, "abbiamo dato un indirizzo di massima - prosegue - agli Ordini provinciali, che hanno poi competenza sui singoli casi e sulle sanzioni da applicare, se lo riterranno, fino alla radiazione" del medico che sconsiglia i vaccini.La vaccinazione ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è "il primo tassello della prevenzione. Il calo delle vaccinazioni è preoccupante, ed è un calo che mette a rischio la salute dei nostri figli".Nel documento dei medici si legge che i vaccini "proteggendo il singolo dalla possibile comparsa di gravi malattie, tutelano la comunità attraverso il così detto ‘effetto gregge’". Dunque solo in casi estremi "il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica".I medici nel loro documento ricordano che "nella storia della medicina i vaccini rappresentano una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo".Nel testo si sottolinea come "la prevenzione e la scomparsa di malattie infettive, in passato tra i più terribili flagelli dell’umanità, costituiscono un successo senza pari e, senza dubbio, il più gran numero di vite salvate grazie alla scienza medica. Ed è forse la scomparsa del confronto quotidiano con le conseguenze mortali o invalidanti di tante malattie, dovuta alla scoperta dei vaccini e delle terapie antibiotiche, che ha indotto la cittadinanza a credere che il successo sulle malattie infettive fosse definitivo". Fnomceo ricorda come "statistiche raccolte negli Usa dimostrano che le vaccinazioni hanno ridotto di più del 99% molte gravi malattie: del 100% polio paralitica, difterite e vaiolo, del 99% rosolia, rosolia congenita, morbillo, del 95% parotite, del 92% tetano e pertosse. Solo riferendosi a 7 dei 12 vaccini raccomandati sono state prevenute 33000 morti e 14 milioni di casi malattia per ogni coorte di nuovi nati, con un enorme risparmio anche in termini di costi. Ricordiamo altresì - si legge ancora - gli episodi epidemici di difterite in Russia, nelle repubbliche ex sovietiche, in Belgio e in Germania, di polio in Siria e in Olanda in comunità religiose che rifiutano le vaccinazioni, i casi di morbillo in California, i tanti Paesi in cui sono endemiche patologie scomparse laddove si è vaccinato in quantità sufficiente; a causa di questi episodi non si è potuto raggiungere l’obiettivo della scomparsa globale di malattie gravissime che anzi sono ricomparse col loro carico di mortalità".Internet è nel mirino che spiegano come il popolo "antivax" che costituisce il fronte del ‘no’ alle vaccinazioni, naviga a lungo sul web e riceve una quantità di informazioni che finiscono con l’accavallarsi fra loro, generando confusione e spingendolo sempre più a fare pollice verso.