L’America conservatrice è sotto shock per la morte di Charlie Kirk, fondatore di Turning Point America e figura di riferimento del movimento Maga, ucciso a soli 31 anni durante un incontro pubblico alla Utah Valley University di Orem.

Secondo le prime ricostruzioni, l’attivista stava rispondendo a una domanda sulle persone transgender coinvolte in stragi negli Stati Uniti quando un uomo ha aperto il fuoco da un edificio del campus, a circa 200 metri di distanza. Un colpo lo ha raggiunto mortalmente. Nonostante i soccorsi, Kirk è deceduto poco dopo a causa delle ferite riportate.

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza dello Utah ha confermato che due uomini sono stati fermati e interrogati, ma successivamente rilasciati perché non collegati direttamente alla sparatoria. È in corso una vasta caccia all’uomo per individuare il responsabile.

Le reazioni politiche

Il governatore repubblicano dello Utah, Spencer Cox, ha parlato di un «omicidio politico». Messaggi di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo politico. Donald Trump, con cui Kirk aveva un legame stretto, ha scritto su Truth: «Il Grande, e persino Leggendario, Charlie Kirk è morto. Era amato e ammirato da tutti, soprattutto da me. In suo onore ordino che tutte le bandiere americane siano a mezz’asta fino a domenica sera».

Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha commentato la tragedia: «Un omicidio atroce, una ferita profonda per la democrazia e per chi crede nella libertà». Parole di vicinanza sono giunte inoltre dal premier britannico Keir Starmer, dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e dagli ex presidenti USA Bill Clinton e Joe Biden.