La prima sentenza di condanna per il tentativo secessionista della Catalogna ha subito scatenato la contestazione di piazza. La Corte suprema spagnola ha condannato nove dei dodici catalani che hanno avuto un ruolo nella secessione della Catalogna nel 2017 con pene che vanno dai 9 ai 13 anni di carcere per sedizione e appropriazione indebita di fondi pubblici. Condanne dure, ma non quanto richiedeva l’accusa, e in questo senso vanno forse anche lette come un tentativo di mediazione, che però non è stato per nulla apprezzato dalla parte catalana.

La procura infatti aveva chiesto fino a 25 anni di prigione per l’ex vicepresidente regionale della Generalitat Oriol Junqueras, poi presidente, che invece è stato condannato a 13 anni di prigione. Pene fino a 12 anni sono state inflitte a Carme Forcadell, Ios Jordis, e altri cinque ex ministri della giunta catalana. La Corte ha evitato di accogliere l’accusa di tradimento. La Corte ha poi assolto dall'accusa di malversazione altri tre imputati, che peraltro non sono in carcere, e che dunque non andranno in prigione. Intanto in perfetta coincidenza un giudice spagnolo ha emesso un nuovo mandato internazionale di arresto per l'ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont, che si trova attualmente in auto- esilio in Belgio. Anche per lui l'accusa è di sedizione e appropriazione indebita.

Pacata la reazione del governo di Madrid. «Rispetto e senso di responsabilità» sono le parole chiave, pronunciate per primo dal ministro per lo Sviluppo, segretario dell'organizzazione del Psoe, José Luis balos. Il ministro ha aggiunto che la sentenza ' rende chiaro che in Spagna lo Stato di diritto funziona'. ' A seguito della decisione della Corte suprema, dobbiamo voltare pagina sulla base di una pacifica coesistenza in Catalogna attraverso il dialogo. Possiamo iniziare un nuovo capitolo per una Catalogna moderna, plurale e tollerante', ha commentato il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Di tutt’altro tenore le reazioni catalane. Junqueras, il principale attivista catalano a favore dell'indipendenza, ha assicurato che, nonostante le dure sentenze inflitte, il movimento separatista tornerà «ancora più forte, oggi non è finito nulla, non ci avete né sconfitto né convinto». «100 anni di carcere in totale. Una barbarie. Ora più che mai, al vostro fianco e al fianco delle vostre famiglie. Bisogna reagire, come mai prima d’ora. Per il futuro dei nostri figli. Per la democrazia, Per l’Europa. Per la Catalogna», ha scritto su Twitter Carles Puigdemont.

Le manifestazioni di protesta intanto hanno destato qualche preoccupazione. Tensione all'aeroporto di Barcellona, dove la polizia ha caricato i manifestanti, mentre gli indipendentisti hanno interrotto varie strade della regione.