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Zelensky Ucraina
«Putin sappiamo bene cosa vuole, l’Ucraina invece non lo ha ancora capito nessuno». La frase suscita un certo stupore perché a pronunciarla non è certo un fanatico ammiratore del Cremlino o un nostalgico della cortina di ferro ma l’autorevole direttore di Limes Lucio Caracciolo.
Invitato al talk show di Lilli Gruber, il noto analista si è chiesto con un certo fastidio quale sia la strategia del presidente Zelensky e del suo governo, lasciando intendere che questa presunta mancanza di chiarezza è uno dei principali ostacoli ai negoziati e quindi alla pace, Insomma, dopo oltre due mesi di invasione militare, con migliaia di morti, milioni di profughi, le città distrutte, gli eccidi di civili e le fosse comuni, Caracciolo ancora non ha capito cosa mai vogliano questi benedetti ucraini. A forza di giocare con le bandierine si rischia di smarrire il senso della realtà.
Rispondere a una domanda così disarmante sembra irrispettoso nei confronti di chi l’ha posta ma toccherà farlo. Caro dottor Caracciolo, gli ucraini vogliono una cosa semplicissima, molto più semplice delle astruse cartine che talvolta ornano il suo settimanale; il ritiro immediato delle truppe russe e la fine dell’invasione militare. E siccome hanno deciso di non rendersi al tiranno ma di resistere, da fine febbraio Zelensky ripete ogni che hanno bisogno di armi per fronteggiare l’invasore. Resistono a chi li sta occupando, tutto qui.
Anche sulla limpidezza degli obiettivi russi ci sarebbe molto da discutere. Nei primi giorni di guerra Mosca ha tentato un ottimistico all- in; indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass, annessione della Crimea, conquista di Odessa, “denazificazione” del Paese, cambio di regime a Kiev con tanto di sicari pronti ad assassinare il presidente «drogato». Oggi sembra che abbia rinunciato a rovesciare Zelensky e che si “accontenti” del Donbass. Ma in realtà nessuno di noi sa se e quando Putin fermerà il conflitto e si siederà attorno a un tavolo. Se Lucio Caracciolo al contrario di noi comuni mortali, per i quali la geopolitica conta poco più della metafisica e della teologia, possiede informazioni attendibili sulla strategia russa è vivamente pregato di farcelo sapere.