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CAPSAT military unit commander Col. Michael Randrianirina, center, reads a statement saying that the armed forces are taking control of the country from the steps of the Presidency in Antananarivo, Madagascar, Tuesday, Oct. 14, 2025. (AP Photo/ Brian Inganga) Associated Press / LaPresse Only italy and spain
Il Jolly Roger sventola su Antananarivo. La radio pubblica del Madagascar ha diffuso il messaggio con cui il CAPSAT (Corps d'administration des personnels et des services administratifs et techniques), unità d’élite dell’esercito malgascio, ha informato la cittadinanza di aver preso il potere. «Abbiamo preso il potere», ha dichiarato il colonnello Michael Randrianirina, capo dell’unità militare CAPSAT nominato capo di Stato maggiore domenica dal ministro della Difesa, «Di fronte alle ripetute violazioni della Costituzione, alla violazione dei diritti umani e al saccheggio della nazione, un consiglio composto dall’Esercito, dalla Gendarmeria e dalla Polizia Nazionale assumerà le funzioni di capo dello Stato, e i membri civili potranno aderirvi entro pochi giorni».
Il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, temendo per la propria incolumità è stato costretto a fuggire nella notte. In base a quanto riportato da RFI, radio pubblica francese, Rajoelina sarebbe fuggito dal palazzo presidenziale in elicottero, per poi salire su un aereo militare francese diretto a Reunion e da lì avrebbe raggiunto Dubai. La fuga di Rajoelina che ha anche la cittadinanza francese, sarebbe stata facilitata da un accordo preso con il presidente francese Emmanuel Macron, che non ha commentato la notizia.
Non è noto dove si trovi ora Rajoelina. Nel suo discorso alla nazione, trasmesso lunedì sera via Facebook a causa delle minacce da parte dei militari di prendere il controllo degli uffici dei media statali, ha detto di trovarsi in un «luogo sicuro», di voler mantenere la carica di presidente e ha accusato i militari di voler mettere in atto un colpo di Stato. Rajoelina ha sciolto l’assemblea Nazionale per impedire l’avvio di una procedura di impeachment proposta dall’opposizione. Procedura che è stata comunque votata, permettendo la presa del potere da parte dei militari. La decisione, approvata con 130 voti favorevoli su 163, è stata definita «priva di qualsiasi base legale» dal presidente.
Ma come si è arrivati a una situazione simile? I continui tagli e blocchi alle forniture di acqua potabile ed energia elettrica hanno fatto partire la scintilla che ha innescato l’incendio. Migliaia di giovani malgasci sono scesi a gremire le strade di Antananarivo il 25 settembre per protestare contro disservizi, corruzione e nepotismo, chiedendo le dimissioni del governo e del premier Rajoelina. L’esecutivo ha risposto con il pugno di ferro. Le proteste sono state vietate, nella capitale è stato imposto un coprifuoco, i voli sono stati sospesi e molte attività sono state chiuse temporaneamente anche per timore di saccheggi.
I manifestanti, coordinati dal collettivo “Gen Z Madagascar”, che si definisce un «movimento pacifico e civico» e ha adottato come simbolo il Jolly Roger di One Piece seguendo l’esempio dei movimenti nepalese e indonesiano, hanno sfidato il divieto di manifestare e si sono scontrati violentemente con le forze dell’ordine che hanno risposto con cariche, granate stordenti e lacrimogeni. Durante le proteste si sono registrati saccheggi in diverse parti della città e le abitazioni di tre parlamentari nella periferia della capitale sono state date alle fiamme. Secondo quanto riportato dagli osservatori del OHCHR (ufficio Onu per i diritti umani) nel corso delle proteste sono morte 22 persone, numero contestato da Rajoelina secondo cui i morti causati dalla repressione sarebbero una decina.
Data la persistenza delle proteste, il presidente malgascio il 6 ottobre scorso ha tentato di placare la piazza sostituendo in toto l’esecutivo, attribuendo ai suoi ministri tutte le responsabilità per la situazione, e affidando il ruolo di premier al generale Ruphin Fortunat Dimbisoa Zafisambo, nel tentativo di placare la popolazione. Ma i malgasci non si sono fermati, hanno continuato a inondare le strade e le piazze del Paese chiedendo le dimissioni del presidente.
A questo punto è avvenuta la rottura: Rajoelina ha dato ordine ai militari di fare fuoco sui manifestanti. L’ordine è stato disatteso e il CAPSAT, che nel 2009 aiutò Rajoelina a salire al potere nel corso di un colpo di Stato, si è ammutinato e schierato dalla parte dei manifestanti. «D’ora in avanti, tutti gli ordini delle forze malgasce, di terra, d’aria e di mare, saranno emanati dal quartier generale del CAPSAT», hanno dichiarato sabato i generali dell’unità in un video diffuso sui social.
I militari si sono poi rivolti alla popolazione promettendogli supporto nelle proteste e chiedendogli di fermare i saccheggi. Il cambio di posizione di esercito, gendarmeria e polizia nazionale ha quindi costretto il presidente a fuggire. Ora l’esercito ha preso il controllo dello Stato e il consiglio formato da militari gendarmi e poliziotti ha posto un termine di due anni per «ricostruire le fondamenta della nazione». Nel corso del suo annuncio alla radio nazionale Randrianirina ha dichiarato che il processo di ricostruzione prevederà anche la convocazione di «un referendum costituzionale».